Levico, parola fine sul «caso» Zanghellini

Il commissario giudiziario ha incontrato i cittadini di Quaere

di Valentina Fruet

La consulta frazionaria di Quaere, che si è riunita giovedì 13 ottobre, ha parlato del caso Zanghellini per l’ultima volta. Dopo più di un anno di supervisione e opere realizzate per normare l’impianto di produzione asfalti, il commissario giudiziario Antonio Armani è pronto per lasciare il suo incarico. «Con i miei collaboratori ho svolto azioni correttive per limitare polveri, rumori e odori e risolvere le problematiche di funzionamento interne alla struttura».

Le strade sono state parzialmente asfaltate, si sono posizionati abbattitori di polveri, pannelli fonoassorbenti e il vecchio bruciatore a btz è stato sostituito con uno a metano in modo da rientrare nelle soglie di emissioni imposte dalla Provincia di Trento, con una riduzione tra l’80% e il 90%. Ma, fatti questi lavori, «c’erano ancora diverse mancanze nella manutenzione ordinaria e la maggior parte delle emissioni di gas e odori era dovuta al cattivo stato dell’impianto: mancavano alcune bardature, un paio di aspiratori e non si facevano le manutenzioni programmate. Questo ha, a lungo andare, causato delle disfunzioni nella struttura».

Le soluzioni sono stata trovate in modo obbiettivo, verificando i dati raccolti e con visite a sorpresa per controllare la coerenza del materiale utilizzato; «in passato venivano adoperati additivi chimici per l’impianto a freddo invece che minerali o naturali» ha ricordato Armani, ma oggi è tutto controllato e «la Zanghellini non emette più sostanze dannose per la salute». Sono grati del lavoro svolto il rappresentante della consulta Alessandro Sester e tutti i cittadini di Quaere che possono, dopo 40 anni di lotte, mettere la parola «fine» a questa lunga vicenda.

Unico dubbio dei cittadini è l’effettiva applicazione delle regole imposte e che il lavoro fatto dia frutti a lungo termine sulla gestione dell’impianto: «in un momento in cui non ci credeva più nessuno è stato fatto l’impossibile, limitando e i rumori e riducendo gli odori, ma bisogna aver presente che ad oggi la ditta continua a produrre bitume in prossimità di abitazioni» ha ricordato Alessandro Sester; «abbiamo fiducia in ciò che è stato detto e crediamo che la convivenza con un’impresa che crea lavoro sul territorio sia la cosa migliore e, anche se qualche disagio sarà inevitabile, ci auguriamo che in questi mesi sia stata fatta formazione e che si continui su questa via anche senza il controllo diretto del commissario».

In futuro molto potrà dipendere dalle condizioni atmosferiche e dalla provenienza del materiale utilizzato per la lavorazione come ha chiarito Armani aggiungendo che sarà sempre disponibile nel ruolo di mediatore per eventuali azioni future. Negli ultimi mesi c’è stata ancora qualche segnalazione e anche se molto è stato fatto da quando «dalle canne fumarie uscivano irrespirabili fumi variopinti», i cittadini si augurano che ora che l’azienda ha fatto tanto investendo 800 mila euro per sistemare l’impianto, si faccia un piccolo ulteriore sforzo in nome della convivenza.

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