"Area Visle contaminata troppi silenzi dell'Appa"

La Valsugana, purtroppo, non è solo la valle di una bellissima pista ciclabile, del Lagorai e di Arte Sella. È anche terra di discariche, false bonifiche e imponente traffico di rifiuti. 
«Provincia, Appa e, anche se in second’ordine, Comune di Borgo dovrebbero vergognarsi per quanto è successo e quanto sta accadendo in valle»: Walter Tomio non le manda certo a dire. Lo fa da anni, il presidente di Valsugattiva. Questa volta, però, va decisamente pesante, dopo che la Corte di Cassazione, recentemente, ha reso definitiva la sentenza della Corte di Appello di Trento del 2014 che condanna Franco e Luciano Boccher a 1 anno e 2 mesi di reclusione per discarica abusiva e traffico illecito di rifiuti. 
 
Venerdì mattina, all’Hotel America, a Trento, non era solo. Con lui anche Stefano Tomasini e Andrea Mittempergher. Tomio ripercorre tutte le vicende, ricordando i contenuti di una sentenza, anticipata nei giorni scorsi anche dal’Adige. «Nell’area Visle, adiacente all’Acciaieria Valsugana, la ditta Boccher doveva sistemare e bonificare un terreno per ospitare il nuovo centro di recupero e riciclaggio rifiuti. Ma gli imputati, una volta asportato il terreno naturale, scaricavano, nel tempo, rifiuti non compatibili con le operazioni autorizzate. Si tratta di ben 31.656 tonnellate di scorie “nere” e “bianche” non trattate prodotte dall’Acciaieria Valsugana e circa 3.346 tonnellate di conglomerato bituminoso e fresato di asfalto, tutti rifiuti in cui sono presenti contaminanti che superano le concentrazioni soglia». 
 
Tomio punta l’indice contro l’Appa, non è la prima volta: «Nel 2008, un suo ispettore, all’interno dell’area aveva registrato elevatissimi superamenti dei limiti di accettabilità del cromo, nell’ordine del 750% rispetto ai limite di legge. Chissà perchè, nella sentenza del giudice, si legge che a tal proposito un alto funzionario dello stesso ufficio ha dichiarato come tecnicamente e anche ambientalmente quel terreno aveva le stesse caratteristiche del rilevato, ossia fosse a posto». Tomio ha fatto un lungo excursus sui rapporti tra i proprietari dell’area, i vertici delle Acciaierie, e la Ripristini Valsugana, società che gestiva Monte Zaccon a Marter: «Nella sentenza - si legge in una nota di Valsugattiva - si parla di tecniche di aggiramento dei controlli. Una conferma dell’atteggiamento di spregio verso le regole emerge dalle conversazioni, intercettate, con un’ingegnere  cui l’azienda chiede di mostrare le foto ritoccate, ricevendo ampia assicurazione in proposito. Ingegnere che è moglie di un funzionario della stessa Appa». 
 
Ma i motivi di indignazione di Valsuganattiva non finiscono qui: «Alla Provincia chiediamo di ritirare la delibera di giunta del 3 agosto 2015, otto mesi dopo la pronuncia della Corte d’Appello, in cui ha concesso, alla ditta Boccher un contributo di 511.132,91 euro, da erogarsi in 5 anni, fino al 2019 per la realizzazione, insieme ad altre due aziende, di un progetto innovativo proprio nell’ambito del recupero di rifiuti industriali e la messa a punto di prodotti ecocompatibili. Chiediamo, anche, che venga revocato il contributo, erogato nel 2014, alle Acciaiere Valsugana di quasi 3 milioni di euro per le spese energetiche sostenute».
Da Valsuganattiva, infine, altre due domande. La prima al sindaco di Borgo: «Perché, al processo, come ha fatto il Wwf, non si è presentato come parte lesa, visti i disastri ambientali prodotti sul territorio comunale?». La seconda vede come destinatario l’assessore Mauro Gilmozzi: «Nei mesi scorsi, con una nota, l’assessore ha diffidato l’Associazione ed il dottore Remo Cappelletti, medico dell’Isde, nel rilasciare dichiarazioni lesive nei confronti della Provincia e dell’Appa, prospettando l’ipotesi di adire a vie legali. Vogliamo sapere se farà lo stesso anche con il giudice che ha firmato la sentenza di condanna definitiva per l’area Visle, in cui Provincia e Appa ne escono con le ossa rotte!».

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