«Bolver-Lugli» tirata a nuovo

Sistemata la via ferrata sul Cimon della Pala

di Manuela Crepaz

Era il 1970 quando il Cimon della Pala veniva attrezzato con una via ferrata, l’ormai mitica «Bolver Lugli». Fu il carismatico Renzo Debertolis, guida alpina e amministratore di lungo corso, ad avere l’idea di intitolarla al notaio ed amico scomparso due anni prima. Modenese di nascita, ma veneziano d’adozione, Lugli era un assiduo frequentatore di San Martino, tanto da fondare, assieme ad altri non residenti amanti del posto, la Comunità di San Martino con lo scopo di difendere il paese dalle speculazioni edilizie.

La ferrata venne inaugurata il 9 agosto: seguiva con qualche variante la via Higusi, aperta il 2 agosto 1921 dai fratelli Hilde, Sigurd e Gunther Langes. Aveva raccontato un giorno Giulio Faoro, allora capogruppo delle Aquile, le guide alpine di San Martino e Primiero: «Benché pensassimo che fosse la via più logica dal Colverde, ci siamo resi conto che era comunque faticosa, ma ha avuto successo fin da subito». Il tracciato scelto si è dimostrato vincente: «Tracciata dalle Guide Alpine, vi salivano anche cento persone al giorno, e ancor oggi è tra le più spettacolari delle Dolomiti», aveva confidato orgoglioso.

E proprio in questi giorni, le guide alpine Rocco Romagna, Tullio Simoni, Giampaolo Zortea, Paolo Loss, Mariano Lott, Luca Bettega e Daniele Ruggero con il contributo della Pat di 15.538 euro, che ha coperto il 95% delle spese, hanno apportato un miglioramento lungo i primi 200 metri della via (lo «zoccolo»), caratterizzati da brevi tratti verticali su roccia con difficoltà che sfiorano il terzo grado e altri orizzontali misti di roccia e vegetazione alternati da passaggi in canali e cenge.

È stata migliorata la percorribilità dal punto di vista della sicurezza, senza alterare o stravolgere il percorso. Infatti, la fune di protezione e gli ancoraggi sono stati previsti solo nei tratti ritenuti più pericolosi, mantenendo l’originale natura della via, tanto che non è stata fissata nessuna staffa, che avrebbe potuto notevolmente facilitare la progressione. «È stata anche l’occasione - ha spiegato il capogruppo Rocco Romagna al giornale - per ritrovarci tra amici: abbiamo lavorato assieme con un tempo che non è stato dei migliori, con freddo e nebbia. C’erano ancora abbastanza neve e ghiaccio, ma siamo comunque riusciti a trasportare in quota il materiale necessario con l’elicottero, che ha sicuramente facilitato l’impresa».

Ora la Bolver Lugli, tirata a nuovo, è pronta per la stagione estiva e come ogni anno, vedrà la fila.

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