Dalledonne: «Mettano il pedaggio da Bassano»

La proposta arriva dal sindaco di Borgo, uno dei più accesi sostenitori del completamento verso nord della Valdastico e quindi fra i più delusi e arrabbiati dopo l'accordo di "declassare" la via da autostrada a statale

di Stefano Piffer

«A questo punto coloro che vengono da Bassano paghino un pedaggio come indennizzo, soldi che noi gireremo per il miglioramento delle infrastrutture e per riparare i danni causati all'ambiente. Ormai si può dribblare anche Schengen, perché non si può mettere anche qui un pedaggio?».
La proposta, in odore di provocazione arriva da Fabio Dalledonne, sindaco di Borgo Valsugana, uno dei più accesi sostenitori del completamento verso nord della Valdastico e quindi fra i più delusi e arrabbiati dopo l'accordo di "declassare" la via da autostrada a statale. 

«Quando ho letto i giornali, mi è andata di traverso la colazione - commenta a Radio Dolomiti -. Sono delusissimo, anche politicamente parlando, perché si è tradito lo spirito di chi ha ipotizzato questa strada 50 anni fa. La Valsugana viene sempre considerata strada di serie B e saremo definitivamente sommersi dal traffico. La strada è fra le prime dieci in Italia per numero di incidenti e maglia nera ambientale, anche a causa dei tanti passaggi. Ora il traffico aumenterà, ditemi voi cosa bisogna pensare».

Dalledonne, perché è convinto che il traffico debba aumentare?

«Ricordiamoci che la Pedemontana, anche se a rilento, sta avanzando e non dimentichiamoci che c'è sul piatto anche l'autostrada Castelfranco-Bassano. Il traffico, è inutile girarci attorno, si riverserà tutto da noi. Non è stata accettata una soluzione ragionevole e la Valsugana continuerà a soffrire. La verità è che questa valle è stata presa ancora una volta a schiaffi».

Le soluzioni proposte sono davvero inutili?

«La bretellina Levico-Mattarello mi fa ridere, non ne capisco l'utilità. Sistemino piuttosto il lungolago o la retta per Ospedaletto. Hanno poi pensato alla messa in sicurezza dei venti chilometri sbarrierati? Mi auguro di sì, perché quella è davvero un'opera fondamentale».
L'idea è quella anche di favorire i collegamenti ferroviari. «Già il fatto che si parli di uno studio di fattibilità della durata di 24 mesi la dice lunga. L'esperienza che ho maturato mi suggerisce che sono solo parole usate per nascondere i problemi. Sulla Valsugana non si possono fare altre strade: rimarrà quella che c'è. Non credo nemmeno nella ferrovia. Se non fosse per Cecco Beppe non avremmo nemmeno quella attuale. La verità è che questo territorio è stato nuovamente insultato e i nostri amministratori dovevano fare molto di più».

I Comitati cosa diranno?

«Saranno contenti quelli del Comitato di Besenello, ma immagino ne sorgeranno altri contrari. I cittadini però mancano di adeguate informazioni: come si può creare una bretellina, scavando in punti dove la valle è larga solo 50 metri, come nella chiusa di Primolano? I Comitati si preoccupano per l'ambiente, ma non calcolano che anche qui si dovranno forare montagne o deviare corsi d'acqua? Non si è ragionato a suo tempo sulla mobilità alternativa, non lo si può fare oggi quando ormai è troppo tardi. Io comunque mi batterò fino all'ultimo e spero di non essere il solo in questa mia lotta. Ma poco importa, andrò comunque avanti».

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