Striscioni da Borgo a Pergine, «No biomassa a Novaledo»

Questa mattina la Valsugana si è risvegliata tappezzata di lenzuola con le scritte «No biomassa a Novaledo» e «No biomassa». Erano state appese nottetempo su tutti i cavalcavia che sovrastano la superstrada, la SS47, a partire da Borgo e sino a Pergine Valsugana, nelle due direzioni. Tre grandi lenzuola erano state stese anche sul parapetto del sovrappasso che sta a poche decine di metri dallo stabilimento della Menz&Gasser, a Novaledo, azienda che sta all'origine della creazione della società Novaledo Energia, che entro il 2016 porterà al funzionamento di un impianto di combustione a biomassa che brucerà poco meno di 20.000 tonnellate all'anno di legname e materiale erboso, una quantità che equivale a 600 quintali al giorno per 333 giorni all'anno, con conseguente erezione di una ciminiera alta venti metri.

L’iniziativa delle lenzuola è chiaramente da collegarsi all'infuocato e partecipato incontro, organizzato dal Gruppo di Salute Pubblica di Novaledo, che si è tenuto il 10 dicembre scorso nella Sala di Casa Zen, a Novaledo (140 persone con 100 posti a sedere) in cui il docente dell'Università di Milano, professor Michele Corti, ha illustrato ai convenuti i gravi pericoli di inquinamento che quell'impianto porterà nella zona che va da Borgo Valsugana ai laghi di Levico e Caldonazzo. Zona che deve già scontare il fenomeno di inquinamento dell'aria di origine viaria (sulla SS47 transitano quotidianamente quasi 19.000 mezzi, di cui quasi 3.500 sono quelli pesanti) ed è interessata anche dalle emissioni delle Acciaierie di Borgo. Molte voci a quell'incontro hanno ricordato come in quei pochi chilometri di Valsugana nel tempo si siano susseguite altre offese ambientali: dalla discarica di Monte Zaccon, per ricordarne solo un paio, all'impianto di compostaggio di Campiello.

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