Ecomuseo, primo anno di successo

Per l’Ecomuseo della Valle dei Laghi è tempo di tirare le somme del primo anno di attività a pieno regime per l’ottava aderente alla Rete degli Ecomusei del Trentino. Quasi un lustro di preparativi condotti nel solco delle linee guida del Servizio cultura della Provincia, e il 30 maggio 2016 l’Associazione culturale Ecomuseo della Valle dei Laghi brindava all’ambito riconoscimento ufficiale, altresì assurto a presupposto d’accesso alle agevolazioni fiscali riconosciute per progetti culturali di rilievo locale. Ed è con piena soddisfazione che sono stati conclusi quelli intrapresi qua e là per la vallata tra aprile e settembre. Concentrati sostanzialmente nel cuore di un’estate “intensa e ricca di iniziative”, all’altezza della persistente sfida di valorizzazione del territorio in un contesto vivacizzato da ammalianti proposte dirette ad “appropriarsi di alcuni significati culturali” e ad accrescere la sensibilità delle frange più giovani della comunità attraverso attività ludico didattiche rivolte grossomodo ai preadolescenti: dal trekking naturalistico ai laboratori guidati del pane, dall’arrampicata sportiva in falesia al campus musicale, in partenariato con il prolifico mondo associativo e gli accompagnatori di territorio nel tentativo di “trasmettere i saperi delle tradizioni alle nuove generazioni”. Alla presidente Paola Aldrighetti, affiancata al tavolo dei relatori dalla neoreferente tecnico territoriale Alessia Travaglia, il compito di fare il punto della situazione la scorsa sera a Vezzano, località eletta a sede (si prospettava provvisoria, nel 2014) della realtà ecomuseale laddove trovano ubicazione gli uffici dell’Azienda per il turismo e del Consorzio delle pro loco. Divenuto a spizzico parte integrante della comunità locale, l’Ecomuseo della Valle dei Laghi ha esteso alle associazioni, e con esse ai rappresentanti delle istituzioni, del tessuto imprenditoriale nonché ai privati cittadini, l’invito a prendere parte ad un momento informativo sull’operato di questi ultimi undici mesi o poco meno e sulla programmazione delle iniziative per l’anno ormai dietro l’angolo. Invito declinato in massa, a contare le nuche presenti in sala (non più di tre decine), ma sconforto rimasto fuori dalla porta.

«Ci siamo resi conto che ci sono difficoltà a lavorare con le associazioni della valle e non è facile per noi riuscire a coinvolgerle», ammette Aldrighetti, comunque fiduciosa di tessere nuove collaborazioni nel breve periodo. Se non altro quelle avviate nell’anno in corso sembrano rafforzate anche grazie alla spinta propulsiva legata alle gratificazioni per quanto sinora è andato in porto. E una parte dei meriti filtra dietro le quinte del direttivo, ai meno noti e recenti collaboratori Davide Bolognani per l’impaginazione degli opuscoli, Chiara Dallapè per le ricerche condotte sugli opifici storici, Tiziana Dallapè per gli studi geologici, Susanna Leonardi per le traduzioni testuali e Caterina Zanin per le attività laboratori ali, senza peraltro nulla togliere alle associazioni e alle aziende direttamente coinvolte all’intero di una cerchia di 95 soci minorenni e 52 soci adulti. Le novità annunciate e al via da qui a breve riguardano la stampa di un opuscolo dedicato ai “Paesaggi in verticale” della Valle dei Laghi, il coronamento di due progetti mirati (l’uno sugli opifici storici, l’altro sulla fisionomia etnofonica della valle), la tenuta di conferenze tematiche in collaborazione con il Museo degli usi e costumi della gente trentina e l’introduzione di iniziative collettive non meglio precisate in occasione del quinto e ultimo anno del centenario della Grande Guerra.

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