Fauna / L’incontro

A Lavarone la volpe Zuppa è di casa: i gestori dei ristoranti l’hanno adottata per pranzo

Ha un musetto da stringere, il pelo liscio e circa un anno e mezzo di vita. L’animale è coccolato da tutti i cittadini, diventando la mascotte della località: «È bellissimo vederla qui quasi tutti i giorni, sprigiona simpatia e porta felicità tra i bambini»

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di Tiziano Dalprà

LAVARONE. Ha un musetto da stringere e coccolare, gli occhi color del monte Rust, il pelo liscio, il suo nome è «Zuppa» ed è una volpe di circa un anno e mezzo. La storia parte da Oscar Oberbizer, un tecnico libero professionista. «Zuppa», il nome, lo ha scelto lui.

Zuppa si aggirava intorno alla sua casa nella frazione di Prà di Sopra. Qui mangiava insieme a dei gatti che però non erano particolarmente felici della sua presenza in quanto sottraeva a loro una gran quantità di cibo. I gatti si sono coalizzati ed hanno scacciato Zuppa. Lei non si è persa d'animo, ha incominciato a girare casa dopo casa fino ad arrivare a Lavarone, località Lago, da Nik Oberbizer, persona dal cuore in mano che va in negozio e compra dei biscottini di cioccolato fondente. Una prelibatezza per Zuppa.

La volpe allarga il suo raggio d'azione in cerca di nuove avventure, passa a Chiesa e trova il ristorante Nido Verde. Una scoperta deliziosa e capisce che questa è la sua meta, sente filtrare tra l'uscio e la sala da pranzo l'odore delle costate, delle braciole. Eccola uscire da dentro il bosco e avvicinarsi all'entrata del locale, si ferma e poi decide di affidarsi a Manù e Ferdy, i due proprietari che l'accolgono come un'ospite benemerito. Primo piatto polpette, contorno un po' di pesce. Eccezionale per Zuppa. Ora la giovane volpe è coccolata da tutti.

Persino Mirco Spagnolo, atletico comandante dei vigili del fuoco, offre alla gradita ospite dei biscottini e alle volte sembra parlare con lei dei sistemi antincendio. Oscar Oberbizer, che di Prà di Sopra è uno degli storici abitanti, l'ha osservata e tenuta d'occhio, anche perché si era affezionato alla sua presenza. Anche lui parla con «Zuppa» di politica, sport e di filosofia.

«Quando ho visto questi due occhietti che mi guardavano impauriti mi sono intenerita. Ho chiamato con dolcezza la piccola volpe che a poco ha poco ha rotto gli indugi e si è avvicinata. È bellissimo vederla qui quasi tutti i giorni essa sprigiona simpatia e porta felicità tra i bambini», dice la popolare Manù. Zuppa ora cammina tranquilla, il suo vagabondare è noto a tutti, passa in zona artigianale a salutare alcuni vecchi amici, poi corre fino a Chiesa e all'ora di pranzo al ristorante sempre negli orari in cui la cucina è aperta.

È diventata senza volerlo la mascotte della località. Probabilmente è rimasta orfana ed ha cercato rifugio tra gli umani, dopo un po' di titubanza si è avvicinata e tutti quassù l'hanno coccolata. Una lieta storia di simbiosi tra uomo e animale selvatico dove a vincere è l'amore reciproco, una fiaba da raccontare a scuola. La Natura, in fin dei conti, ci riserva sempre delle storie che gli uomini dovrebbero imparare a memoria per vivere meglio.

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