Vallagarina / Il lutto

Addio a Toni Marchiori, papà dell'hockey moriano

Artigiano e figura di primo piano nello sport trentino, è stato stroncato da un infarto all’età di 76 anni. Fondatore del club locale, per anni il campo sportivo era diventato la sua casa, presenziando 365 giorni l’anno. Il sindaco Barozzi: «Ha fatto tanto per la comunità»

di Enrico De Rosa

MORI. Era un vulcano di iniziative Toni Marchiori, il papà dell’hockey club di Mori, stroncato da un infarto giovedì sera (15 dicembre). La notizia è arrivata all'improvviso, suscitando in tutti coloro che l'hanno appresa un senso di profondo sgomento e di incredulità.

Toni lascia la moglie Tiziana, prima tifosa della squadra, e la figlia Martina, primo portiere della squadra di hockey, arrivata fino alla Nazionale, adesso consigliere federale della Federazione italiana Hockey a Roma. Antonio, anche se tutti lo chiamavano Toni, aveva 76 anni, ma era attivo come sempre e preso dai mille impegni, che il suo carattere generoso lo portava a svolgere. Il malore fatale è arrivato a tradimento, mentre era a casa, in tarda serata. Purtroppo inutili sono stati i soccorsi e il suo generosissimo cuore si è fermato.

«Lo ricordo come una persona da tutti stimata - dichiara il sindaco Stefano Barozzi - Ha fatto tanto per la comunità e i riconoscimenti sportivi nazionale raggiunti lo confermano. Ha portato lo sport dell'hockey a Mori. Non solo: ha anche dato un grande apporto in termini di aiuto ai giovani e non solo al mondo dello sport e soprattutto femminile. Tanti momenti me lo ricordano. Ci conoscevamo sin da quando ero bambino. Sono vicino alla famiglia e alla figlia Martina che conosco benissimo. Era una persona solare, vedeva sempre il lato positivo delle cose. Disponibile e pronto a essere di aiuto a tutti coloro che ne avevano bisogno».

E in effetti si può dire che l'hockey a Mori ha un “prima e un dopo Toni”. Visto che la Società Uhc Adige, già Hc Mori, lo ricorda come uno dei padri fondatori nel lontano 1985, creando dal niente una società e portando a Mori uno sport che poi future generazioni di ragazzi e ragazze hanno praticato.

Toni Marchiori di professione era stato un artigiano, molto rinomato a Mori. In tanti hanno stimato la sua professionalità nel campo della manutenzione e dell'imbiancatura della pareti degli edifici e delle abitazioni. «C'era sempre per tutti Toni - lo rammenta con commozione Marco Bisoffi, attuale presidente della squadra - era sinonimo di hockey prato a Mori. Sempre operoso alla ricerca di sponsor, allenatore, dirigente, genitore, autista, cuoco, manutentore. Per i suoi ragazzi sapeva fare tutto. Non si arrabbiava mai, era amico di tutti e tutti diventavano suoi amici. Trovava sempre una soluzione ai mille problemi che c'erano. Era incedibile la sua comunicativa. Ad esempio, Toni non sapeva l'inglese. Eppure quando si andava a giocare contro squadre straniere tutti finivano col salutarlo. Perché era tale la sua personalità che riusciva sa farsi capire risultando simpatico anche ai seriosi avversari esteri. Alla fine il primo che salutavano era sempre lui. Così capivi cosa riusciva a trasmettere con il suo modo di fare. Proprio come gli italiani di una volta che si sapevano arrangiare in ogni circostanza».

«Spesso invitava gli avversari a casa sua per offrire una bottiglia di vino - ha aggiunto - dava loro ospitalità. In pratica aveva già inventato il terzo tempo prima che arrivasse in Italia per tutti quelli che fanno sport di squadra. Si era fatto apprezzare anche come dirigente. Era conosciutissimo e stimato da tutto il movimento hockeystico italiano, dai dirigenti italiani e stranieri, dagli atleti e dagli arbitri».

E in effetti il curriculum sportivo come dirigente è eccezionale. Con la sua amatissima squadra femminile di hockey su prato ha vinto scudetti sia su prato che indoor, coppa Italia, ha partecipato a numerose manifestazioni europee. «Su tutto gli premeva il fattore umano come facevano i dirigenti di una volta - prosegue sul filo dei ricordi Marco Bisoffi - era un tuttofare. Uno di quelli che non sta fermo a guardare e giudicare. Ma vivono lo sport in modo viscerale. Per molti anni il campo sportivo era stata la sua seconda casa: 365 giorni all'anno a bordo campo».

Adesso ci sono due squadre maschile e femminile. Ma nel 1985, quando fu fondata la società, era sia maschile che femminile. Poi per esigenze amministrative era stato necessaria la separazione societaria. Antonio aveva trovato la sua piena dimensione a Mori nei momenti d'oro in cui erano stati disputati campionati sportivi di prestigio con le grandi vittorie sui campi in prato e in palestra indoor nei tre mesi invernali.

«Era ancora attivo, - conclude Marco Bisoffi - anche se aveva preferito lasciare le responsabilità dirette e dirigenziali. Però continuava a frequentare il campo. Tutti siamo stati suoi allievi. Per noi vedere Toni per 40 anni voleva dire sentirci al sicuro, sempre confortati e spronati. Ci ha guidato come allenatore. Proprio nel 1985 ero fra quei ragazzi che cominciavano a giocare grazie un professore di ginnastica, 4 o 5 genitori e Toni, che ci contagiava tutti con il suo entusiasmo».

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