Vallagarina / Il tema

Comuni sotto organico e in difficoltà: ecco perché i municipi lottano contro la paralisi

Sindaci costretti a farsi in quattro, a causa delle carenze di personale: per anni non sono stati indetti concorsi per fare assunzioni o almeno stilare graduatorie

di Luisa Pizzini

ROVERETO. Forse i dieci candidati che si sfideranno alle prossime elezioni comunali di ottobre ancora non lo sanno (non tutti, perché c'è chi ha esperienza), ma ci vuol coraggio a fare la sindaca o il sindaco oggi.

Perché se una volta il primo cittadino aveva uno stuolo di dipendenti schierati nei diversi uffici, non è più così.

Quasi tutti i comuni lagarini sono sotto organico, principalmente per colpa di scelte sbagliate del passato come quella da parte dell'amministrazione provinciale di non indire per lungo tempo concorsi per reclutare personale.

E così la sindaca o il sindaco che vogliono mandare avanti il lavoro in un municipio si devono fare letteralmente in quattro.

Aiutano come possono anche negli uffici, si danno da fare per sopperire la mancanza di funzionari che non possono nemmeno pensare di sostituire, perché non hanno abbastanza soldi in bilancio per far fronte ad una spesa del genere.

«Questo è il frutto di scelte sbagliate del passato» tuona Lorenzo Conci a un anno esatto dalla sua riconferma a sindaco di Calliano.

Colpa della poca lungimiranza degli amministratori, dunque, se oggi nei municipi non c'è abbastanza personale.

«Per anni non sono stati indetti concorsi per assumere nuovo personale o stilare graduatorie ed ora ci troviamo con una graduatoria sempre più ristretta a fronte di dipendenti che si spostano in altri enti».

Il forte avvicendamento dei dipendenti all'interno di un municipio è uno degli aspetti che accomuna realtà diverse in questo periodo e che ne mette in crisi l'organizzazione. Ci sono gli spostamenti, per esempio, da un Comune alla Provincia o ad altri enti. L'avvicinamento a casa di lavoratori che per anni hanno macinato chilometri e finalmente vincono il concorso nell'ente vicino a casa.

«In casi come questo - precisa Conci - per esempio non posso assumere un tempo indeterminato per coprire quello stesso contratto, perché il funzionario che se ne va ha comunque diritto nei primi sei mesi a tornare sui suoi passi. E quindi arriva una persona a tempo determinato alla quale va insegnato tutto».

Tutto ciò costringe i sindaci a trascorrere gran parte delle loro giornate in municipio: «Diamo una mano dove possiamo».

La difficoltà di mandare avanti la macchina comunale è legata anche al fallimento delle gestioni associate. Accorpando i servizi tra comuni è stato ridotto il personale ma la strategia molto spesso non si è rivelata vincente.

«Siamo sempre in municipio per far fronte a tutta la burocrazia e non abbiamo la possibilità di occuparci della parte politica come dovrebbe fare un sindaco» fa notare il sindaco di Pomarolo, Arturo Gasperotti.

«É così per tutti. Noi dalla chiusura delle gestioni associate con Villa Lagarina ci siamo ritrovati in una situazione difficile. Abbiamo sostituito quattro persone per l'edilizia privata, per esempio, settore molto importante in questo periodo storico. Abbiamo dovuto sostituire il responsabile dell'anagrafe ed è difficile trovare personale qualificato per questo ruolo. Il segretario comunale ha cominciato il 3 maggio scorso ma a metà ore, con Nogaredo, e questo dimezzamento si sente. Anche per trovare i sostituti dei due operai comunali che vanno in pensione la procedura è infinita. Senza contare il fatto che il personale è meno motivato: ho dovuto dire di no a due richieste di trasferimento, perché i dipendenti chiedono di andare altrove dato che il lavoro in Comune è molto stressante».

Villa Lagarina, comune più strutturato dal punto di vista dei dipendenti, si trova ugualmente in difficoltà: «Siamo sotto organico - spiega la sindaca Julka Giordani -: abbiamo venti dipendenti ma dovrebbero essere 24. Ed anche se li trovassi non potrei assumerli perché mancano le somme a bilancio per questo».«Sembra ci sia una tempesta perfetta che colpisce i comuni - chiosa Gasperotti -. É demoralizzante».

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