Valdastico, lo sfregio del viadotto sul Leno Fugatti: «Qui non c’è vocazione turistica»

di Barbara Goio

Lo svincolo di Terragnolo con casello nei pressi dei Laghetti del Leno non è una fantasia ma sta nero su bianco nel progetto targato Lega sul «corridoio di interconnessione infrastrutturale viaria tra la Valle dell’Astico e la Valle dell’Adige», ovvero il completamento della Valdastico per raggiungere il casello di Rovereto Sud sull’Autobrennero. Un progetto il cui studio di fattibilità è stato reso noto dal gruppo consiliare del Pd, dopo aver ottenuto l’accesso agli atti, e che con i suoi circa 40 km di gallerie e viadotti cambierebbe per sempre il volto del Trentino.

La storia della Valdastico è una vicenda dai molti capitoli, dalle prime ipotesi ancora cinquant’anni fa della Pirubi (il collegamento tra Trentino e Veneto voluto dai democristiani Piccoli Rumor Bisaglia) agli studi di fattibilità del Consorzio Raetia del 2011 che evidenziavano enormi problemi geostrutturali, dall’ipotesi  della giunta Rossi che la voleva per “sgravare” la Valsugana, fino alla versione attuale voluta da Maurizio Fugatti, annunciata all’indomani della vittoria alle provinciali del 2018 e poi ribadita in più occasioni, sempre legata ad un progetto di sviluppo economico della Vallagarina. Con la giunta a trazione Lega che ha sempre sostenuto l’utilità commerciale di un’uscita di un’autostrada veneta a Rovereto Sud.  

Ma lo studio di fattibilità commissionato dall’A4 ha evidenziato non poche criticità.

COSTI

La realizzazione di questo progetto è stimata in 3.345.834.000 euro, circa due miliardi in più rispetto al tracciato precedente che arrivava a Besenello. Questo senza tenere conto dei costi di manutenzione, necessari vista la natura idrogeologica dell’area, ed eventualmente di ripristino qualora si verificassero danni più ingenti a causa dei problemi di faglia.  

CANTIERI

Per realizzare la Valdastico (A31Nord) sarà necessario scavare 12 milioni di metri cubi di roccia e terra che dovranno essere stoccati a Rovereto (si parla dell’ex-Alumetal e della Cava di Pilcante) e anche nel Veronese. Inoltre la cantierizzazione vicino a Rovereto dovrebbe espropriare terreni  (tra i 13 e i 46 ettari) ora occupati da vigneti di pregio. Anche il Lago di San Colombano, sia in sponda destra che sinistra, verrebbe interessato nelle aree tecniche di pertinenza del Viadotto San Colombano.

TEMPI

Il progetto preliminare prevede più di 12 anni di lavori a cui si dovranno aggiungere i tempi della cantierizzazione. Senza contare eventuali stop di tipo burocratico, per esempio ricorsi contro gli appalti, è ragionevole pensare che la prima auto potrà partire da Piovene Rocchette e raggiungere Rovereto Sud tra una ventina di anni.

TRACCIATO

È composto da due lotti: il primo di 17,8 km fino allo svincolo di Pedemonte, ed il secondo di 29,6 km, quasi completamente in galleria e viadotti attraverso aree con altissimi rischi idrogeologici, faglie, sorgenti. Tra i più impattanti, il Viadotto Ca’ Bianca sopra il torrente Leno.

ACQUA

È stato evidenziato che i lavori «potrebbero indurre un forte drenaggio e parziale o totale disseccamento delle sorgenti. In tal caso gli effetti riguarderebbero la disponibilità idrica per l’approvvigionamento di pubblici acquedotti e il reticolo idrico naturale con habitat connessi». Inoltre, vista la carsicità del terreno «non è da escludersi l’intercettazione di cavità carsiche piene d’acqua, anche alla quota della galleria».

CENTRI ABITATI

La Galleria Terragnolo passa a poca distanza dell’abitato di S. Nicolò; Trambileno si trova circa 160 metri sopra la Galleria Moscheri; l’abitato Valduga potrebbe risentire degli scavi del Bypass Valduga.


FUGATTI: «QUI NON C’È VOCAZIONE TURISTICA»

Il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti è sereno: «Non abbiamo presentato prima il nostro progetto della Valdastico - spiega - perché siamo in attesa del percorso tecnico e formale in accordo con il ministero. Il progetto è stato fatto dalla concessionaria e siamo intenzionati a parlarne quando verrà convocato il tavolo di confronto tra ministero, Provincia e Veneto».

Quanto all’accusa di non aver voluto divulgare lo studio, Fugatti ribatte: «Se avessimo voluto tenerlo nascosto, il Pd non l’avrebbe avuto: noi siamo stati trasparenti. Non come facevano loro quando erano al governo e che negavano alle opposizioni gli accessi agli atti».

Infine sull’impatto ambientale, il presidente della giunta ribatte: «Certo, è un’infrastruttura, ed è ovvio che abbia gallerie e viadotti. Va detto però che la criticità delle sorgenti dello Spino sono state risolte ed il tracciato ne ha tenuto conto. Diverso è il discorso economico: prima di tutto i costi non li paghiamo noi e, quando chiediamo alle categorie produttive di fare investimenti, è importante che ci sia chi è disposto a fare investimenti di questa portata. Un’opera di questo genere porta lavoro a Rovereto e alla Vallagarina, territori non particolarmente floridi che hanno vocazione industriale, non hanno vocazione turistica o ambientale vera e propria».


VALLI DEL LENO E APT CONTRO FUGATTI

«La Vallagarina ha vocazione industriale e non turistica». Parola di presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Che, sostenendo il progetto di completamento dell’A31 dal Veneto a Rovereto Sud attraverso le valli del Leno tra gallerie e viadotti oltremodo impattanti, cancella con un colpo di spugna l’impegno delle amministrazioni e degli operatori locali per rilanciare una delle zone più belle del Trentino.

Per il presidente dell’Apt Giulio Prosser sono «dichiarazioni incomprensibili. E che contrastano con quanto sostenuto dall’assessore leghista Failoni che ha messo nero su bianco, sulla legge di riforma, che “il Trentino è un territorio a valenza interamente turistica”. E ancora: “È necessario finalmente accorgersi che i primi promotori della Marca Trentino, ambasciatori del territorio, delle sue eccellenze, del suo ambiente, sono i trentini che qui vivono tutto l’anno”. Ecco, di fronte a queste considerazioni risulta davvero difficile recepire il messaggio di Fugatti. Il turismo, in tutta la Vallagarina, rappresenta una voce importante del Pil e non si può certo distruggere in questo modo. E ci sono imprenditori che stanno investendo e dire queste cose è offenderli. Tantopiù che stanno aprendo nuovi b&b, gli alberghi ristrutturano e alcuni lavorano per aumentare le stelle. Non si può denigrare l’opera di una valle che è variegata e che l’anno scorso ha attirato 490 mila turisti».

Preoccupati, ovviamente, i sindaci delle valli del Leno. A cominciare da Massimo Plazzer di Vallarsa. «Da noi sicuramente la vocazione non è industriale ma se non è nemmeno turistica perché ci passa un’autostrada va contro i ragionamenti fatti negli anni, contro gli Stati generali della montagna e la valorizzazione e il rilancio delle zone montane».

Per quanto riguarda Fugatti, «il presidente non è rispettoso dell’impegno che si era preso di presentare il progetto della Valdastico alle amministrazioni locali appena arrivato. E non è rispettoso dire che non sono zone a vocazione turistica. Ci sono persone che hanno investito, non è turismo da impianti da sci ma sostenibile e che consente alle valli di vivere e non svuotarsi. Gli operatori sono preoccupati per le dichiarazioni di Fugatti, che è stato irrispettoso nei loro confronti. Dobbiamo pensare al territorio che deve rimanere così dal punto di vista naturalistico».

Il sospetto, negli ambienti turistici lagarini, è che Fugatti abbia voluto fornire un assist a Failoni per la legge di riforma che cancellerebbe l’Apt di Rovereto e Vallagarina. «Sarebbe un errore madornale perché vorrebbe dire abolire la promozione delle valli del Leno».

Anche il sindaco di Trambileno Franco Vigagni è preoccupato: «Per le valli del Leno sono state fatte scelte di turismo slow, inserito nell’ambiente con aziende sostenibili. Indicazioni che aveva fornito lo stesso Fugatti per portare reddito senza modificare l’ambiente. E il progetto Valdastico fa paura per tutto: ambiente e pericoli».

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