Vallarsa, paesi che si spopolano Addio anche agli ultimi pane e latte

di Tommaso Gasperotti

Salendo dal versante sinistro del Leno, lungo la Sp89, non si incrocia quasi nessuno. Soltanto alcuni stradini, un paio di escursionisti e alcune ghiandaie. Da Rovereto, in 40 minuti, si arriva a Camposilvano, uno degli ultimi agglomerati della Vallarsa, nel cuore delle Piccole Dolomiti. Mille metri di quota, né uno in più né uno in meno. Una cinquantina di abitanti. E la loro rassegnazione, mista alla rabbia, nel vedere un altro pezzo di paese sgretolarsi e scomparire. Fino ad ora un piccolo negozio di generi alimentari, gestito da una famiglia del paese, tra mille sacrifici ha tenuto duro. Ma con la fine di gennaio, nell'indifferenza delle istituzioni, il minimarket chiuderà. E la stessa fine toccherà anche all'alimentari di Obra, qualche curva più sotto.  

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«Dopo 23 anni non è semplice dire addio a questo posto. Ma non abbiamo alternative, a meno che l'amministrazione non intervenga in maniera decisiva», racconta Gemma Stoffella (nella foto qui sopra)che assieme al marito Giuseppe Gasperini porta avanti dal 1995 il negozietto che si trova nella colorata piazza della frazione, nell'edificio che un tempo ospitava la scuola ( foto in basso ). «Non avevamo più guadagno, continuare a tenere aperto era diventato insostenibile. Una volta si lavorava bene almeno nei tre mesi estivi. Oggi l'estate si è ridotta a venti giorni, qualche villeggiante che ha qui la casa c'è e torna volentieri anche nei fine settimana d'inverno ma i turisti sono per lo più di passaggio, mordi e fuggi», fa il punto Gasperini. 
Le motivazioni che hanno portato alla sofferta decisione sono però tante altre. E raccontano la disarmante agonia dei piccoli centri di montagna. Il lavoro sul posto che non c'è. Il calo demografico e gli anziani che, uno ad uno, salgono le scale del paradiso. Le comodità della vicina città e i prezzi spietatamente concorrenziali della grande distribuzione. 

«Il negozio si dovrebbe auto-sostenere con la gente del posto, ma non tutti si fermano a fare la spesa qui. Abbiamo calcolato che per garantire la sopravvivenza di un'attività del genere lo scontrino medio dovrebbe aggirarsi attorno ai 24 euro. La spesa media è invece di 4 o 5 euro. Senza dimenticare la pressione fiscale. Dalla Provincia riceviamo un piccolo aiuto come realtà commerciale periferica, ma è tassato e non rappresenta un'entrata pulita».  

«Non stiamo perdendo solo un minimarket, ma un prezioso punto di aggregazione collettivo, di riferimento soprattutto per gli anziani. Così si lascia morire la frazione», affermano due paesani mentre smantellano i covoni di fieno su cui poggiava il presepe. «Mio papà, che ha 95 anni, - aggiunge uno di loro - ogni mattina si reca lì per fare due chiacchiere e acquistare quel poco di cui ha bisogno». All'esterno dell'albergo Alpino, che in inverno apre solo il fine settimana, un capannello discute sul da farsi. «La settimana prossima ci riuniremo per capire come far arrivare almeno il pane fresco e gli altri beni di prima necessità», spiegano gli abitanti, preoccupati ma decisi a presidiare quella scomoda periferia. «L'impressione è quella di essere abbandonati a noi stessi - ammette Roberto dell'albergo Alpino, l'unica struttura ricettiva rimasta (una volta c'erano cinque bar e tre alberghi) - tanto che siamo noi, a titolo volontario, a sfalciare i prati, pulire strade e sentieri, allestire gli addobbi natalizi e organizzare qualche festa. Il rischio è che questo posto diventi un dormitorio».  

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Per fortuna qualche giovane ha deciso di rimanere, nonostante le difficoltà. Come Mattia Pezzato , fresco di nozze con Cristina, che nel tempo libero sta ristrutturando la casa dei nonni. «È davvero incomprensibile l'inerzia e l'indifferenza della politica e delle istituzioni attorno ai piccoli paesi di montagna. La Vallarsa è ormai unica nel panorama provinciale: pochi comuni soffrono simili carenze di servizi collettivi, primo fra tutti una viabilità decorosa, a fronte di un paesaggio e di una natura incontaminati, che nulla hanno da invidiare ad altre località più conosciute», rincara la dose l'ex sindaco Paolo Stoffella . A Obra, altra frazione, la musica non cambia. La signora Gemma, responsabile anche di questo punto vendita, a malincuore sabato prossimo dovrà lasciare a casa la sua dipendente. «Non me ne rendo ancora conto - ammette Sandra Delpero), da 16 anni dietro il bancone del piccolo emporio, cercando di nascondere il nodo alla gola -. È una grande perdita: questo posto prima di un'attività commerciale è un luogo di aggregazione».

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