Le nonne in casa di riposo riscoprono i flirt e le «cotte»

di Nicola Guarnieri

La «cotta» a 90 anni? È possibile, anzi probabile. Specie se, come dice il proverbio, si dà all'occhio la sua parte. Perché si può essere belli anche ammiccando alla tripla cifra, anagraficamente parlando, e soggiornando in una casa di riposo che, nell'immaginario collettivo (come ricorda la presidente della Rsa Vannetti Daniela Roner), è vista come l'anticamera della morte. È in questo contesto che giovani e vecchi si incontrano, con la scuola che, in pieno spirito di volontariato, si offre di curare esteticamente (dalla pulizia e dalle coccole per la faccia al trucco e parrucco) le anziani ospiti del ricovero e farle sentire nuovamente belle, desiderabili, vive. E pronte a nuovi flirt che saranno pure da terza o quarta età ma vissuti in spirito adolescenziale.

L'abbraccio socio-formativo tra Apsp Vannetti e istituto di formazione professionale Barelli ha già colpito nel segno l'anno scorso, alla «prima» di questo laboratorio intergenerazionale che ha messo a stretto contatto le ragazze che studiano da parrucchiere ed estetiste con le loro potenziali nonne se non addirittura bisnonne. Per tre mesi, tre volte a settimana (due in via Vannetti e una a Sacco), trenta ragazze dell'Opera Barelli cureranno il maquillage delle utenti della casa di riposo. Una collaborazione, si badi bene, a titolo volontario e doposcuola che, non a caso, costringerà molte studentesse a rivedere l'orario di corriere e treni per tornare a casa per cena.

«Si avvicinano due mondi apparentemente lontani: - spiega la presidente della Vannetti - adolescenti e anziani in età compromessa, spesso non più autosufficienti. È un modo per le ragazze di imparare a rapportarsi con i futuri clienti e per i nonni a tornare a vivere, a farsi piacere e piacere agli altri di nuovo, a non abbandonarsi al fine vita». E allora avanti con massaggi, trucco, pulizia del viso e cura delle mani con quel velo di ombretto agli occhi e, dulcis in fundo, lo smalto alle unghie, meglio se rosso accesso, che emana desiderio e fa tornare civettuole anche signore che, vista l'epoca in cui hanno dovuto sgobbare per sbarcare il lunario, non hanno mai annusato l'acetone in vita loro.

L'esperimento, partito l'anno scorso, funziona. E interessa parecchio. Tanto da far storcere il naso ad alcuni uomini ma soprattutto a far riusare shampoo, rasoi e pettini alla maggior parte dei maschi che ammiccano alle future nuove compagne, tornate affascinanti grazie alle estetiste in erba. «Le nostre giovani si rendono protagoniste di un'esperienza che permette loro di sviluppare e accrescere il bagaglio professionale, personale ed umano», aggiungono Bernardo Zanoner e Graziano Manica, direttore e presidente delle Barelli. La vanità femminile, insomma, è esaltata in barba ai calendari che hanno lasciato solchi sui muri. «Per molte anziane è la prima esperienza, - aggiunge la coordinatrice Chiara Dellantonio - non avendo mai avuto modo di incontrare un'estetista».

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