«Allievi pompieri, manca una regia per la formazione»

Le riflessioni di Filippo Mura, responsabile distrettuale degli allievi dei corpi dei Vigili del fuoco volontari della Vallagarina

di Luisa Pizzini

L’appello dei corpi dei vigili del fuoco volontari della Vallagarina non è caduto nel vuoto: negli ultimi anni infatti sono stati tanti i ragazzi che si sono fatti avanti per «studiare» da pompieri. Per la precisione attualmente sono 134 gli allievi dai 10 ai 18 anni suddivisi nei vari paesi, un numero in lieve e costante aumento anche per quanto riguarda la componente femminile che ormai rappresenta il 10 per cento del totale. Dei 18 corpi che fanno parte del distretto della Vallagarina, 15 sono quelli che possono contare sulle nuove leve.

Solitamente il gruppo allievi di un corpo conta quattro o cinque ragazzi, con punte di 16 nelle realtà di Ala e Mori. Perché questi aspiranti vigili però diventino a tutti gli effetti volontari preparati a fronteggiare le emergenze del territorio è fondamentale che ci sia non solo chi dà il buon esempio, ma anche chi ha conoscenze specifiche ed è in grado di trasmetterle. Anche perché dobbiamo tener ben presente il fatto che stiamo parlando sempre e comunque di volontari.

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Per questo sabato scorso, in occasione del convegno distrettuale dei vigili del fuoco a Folgaria, si è levata una richiesta forte e precisa nei confronti della Federazione dei vigili del fuoco volontari. «Quello che attualmente manca - spiega Filippo Mura, responsabile distrettuale degli allievi - è uno standard provinciale sulla formazione degli allievi dei vigili del fuoco. Ciascun distretto propone le proprie iniziative, addirittura ciascun corpo offre esprienze diverse a chi sceglie di entrare a far parte dei volontari. E tutto questo nasce da un problema che è ancora più a monte ossia l’inquadramento dell’allievo all’interno dei corpi. Chi è? Cosa può fare? Attualmente siamo in un limbo».

La buona volontà c’è. Lo dimostrano i numeri in termini di ragazzi che si presentano in caserma carichi di entusiasmo e di voglia di imparare e lo conferma anche il fatto che, tra i volontari già operativi, c’è chi mette a disposizione il suo tempo e il suo impegno per trasmettere loro gli insegnamenti. Stiamo parlando degli istruttori: in Vallagarina sono 25. Cercano di tenersi aggiornati, ma manca un appoggio dalla Federazione in questo senso. «Si avverte una carenza di formazione che sia coordinata dall’alto, per questo in occasione del convegno abbiamo cercato di fare da megafono nei confronti della Federazione perchè si inizi un percorso in questo senso» continua Mura.

Lo stesso convegno, sabato scorso, è servito per fare il punto su una questione tutt’altro che secondaria: «La pubblicazione e l’utilizzo di materiale fotografico riguardante gli allievi sui social media». «I limiti sono stati perché abbiamo a che fare con dei minori - ricorda il responsabile degli allievi della Vallagarina - e l’avvocato Paolo Depretto ci ha aiutato a capire come muoversi. Anche in questo caso però ci serve un aiuto per concretizzare da parte della Federazione. Ci servirebbero ad esempio le liberatorie e regole precise sulle attivita a rischio proposte ai minori».

Su questo secondo punto è intervenuto al convegno Lorenzo Righi, vice ispettore distrettuale dell’Alto Garda e Ledro. «Quello dell’altro giorno è stato un primo step nel percorso di formazione degli istruttori, non solo sulel attività tecniche ma anche giuridico ed amministrative. Hanno partecipato una quarantina di istruttori, alcuni venuti anche da fuori distretto». Ora la palla passa alla Federazione dei corpi volontari.

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