Salento, il pedalò prende acqua e affonda Tratti in salvo padre e figli di Pedersano

Il racconto della disavventura e di chi li ha portati in salvo

di Luisa Pizzini

Il pedalò sul quale si stavano godendo il paesaggio della costa al largo di Torre Castiglione, nel comune di Porto Cesareo, giovedì mattina è affondato ma fortunatamente un padre ed i suoi due bambini che vivono a Pedersano e che in questi giorni sono in Puglia in vacanza se la sono cavata. Hanno rischiato grosso, perché anche se non si trovavano molto lontano dalla spiaggia l’acqua era profonda tra i 4 ed i 5 metri nel punto in cui il pattino ha iniziato ad imbarcare acqua ed il vento in direzione ovest non permetteva ai bagnanti di sentire le loro urla d’aiuto.

Michele Z., questo il nome del trentacinquenne lagarino protagonista di questa disavventura, la racconta all’indomani con l’animo sollevato di chi ha vissuto il lieto fine. Si trova in vacanza in Salento assieme alla sua famiglia ed alla famiglia di alcuni amici veronesi. «Erano le 10 e 30 di ieri mattina (giovedì per chi legge, ndr) quando io e il mio amico abbiamo deciso di affittare un pedalò.

Ci siamo allontanati un centinaio di metri dalla costa ed a bordo c’erano anche i nostri figli: due bambini di sette anni ed uno di tre. È stato in quel momento che abbiamo iniziato ad imbarcare acqua». La pace del mare al largo, dove non c’è quasi nessuno, si è subito trasformata in una situazione di pericolo. «Il pedalò si è prima alzato in verticale e poi si è girato su se stesso - continua Michele -: per fortuna, altrimenti saremmo finiti sotto. Invece in qualche modo riuscivamo ad aggrapparci, mentre tenevamo a galla i bambini».

La salvezza è arrivata a bordo di un gommone del comune di Porto Cesareo, che attraverso la Cea, un’associazionedi divulgazione ambientale e scientifica, offre ai turisti la possibilità di effettuare delle visite guidate all’area marina protetta. L’imbarazione era guidata da Mino Buccolieri, poliziotto al commissariato di Nardò ma anche rappresentante dell’associazione. «Stavo guidando il gommone con a bordo anche dei turisti trentini quando ho sentito da lontano delle grida d’aiuto e scorto un braccio teso che usciva dal pelo dell’acqua. Ho capito subito che si trattava di qualcosa di grave». A quel punto il poliziotto ha diretto l’imbaracazione verso i malcapitati e in pochi secondi era lì, accanto a loro: «Ho visto il pedalò capovolto e sott’acqua. Poi c’erano tre bimbi aggrappati ai loro padri che a malapena riuscivano a sfiorare lo scafo, che si trovava trenta centimetri sott’acqua con la corrente che faceva il suo brutto lavoro».

A tuffarsi in acqua sono stati Mino Buccolieri (nella foto accanto al luogo dell’incidente) e la biologa a bordo del gommone. «Abbiamo recuperato prima i bambini e poi i genitori e li abbiamo portati a bordo del battello. Erano spaventati, soprattutto il più piccolo che batteva i denti, allora li abbiamo coperti con teli da spiaggia caldi ed accompagnati al primo approdo utile. Poi è stato chiamato il 1530, il pronto intervento in mare». È stata la guardia costiera, in questo primo sopralluogo, a capire che il pedalò andato a fondo era privo degli appositi tappi, oppure questi non funzionavano a dovere. Ora è stato sequestrato, mentre le due famiglie protagoniste di questa disavventura in mare per colpa dell’imbarcazione hanno sporto denuncia. Ora il sindaco di Porto Cesareo, venuto a conoscenza del salvataggio, ha proposto di far fare un giro gratis sul gommone dell’associazione alla famiglia trentina. «Così anche i bimbi spaventati dal mare potranno apprezzare quant’è bello».


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