Montalbano, un macigno sul sentiero

Per fortuna non ci sono stati feriti

di Laura Galassi

Non c’è pace per il fronte di montagna che sovrasta l’abitato di Mori. Venerdì, infatti, c’è stata l’ennesima frana. Uno stillicidio che dura da anni e che aveva avuto il suo ultimo, grave, episodio la scorsa primavera, con la roccia precipitata nel parco giochi accanto alle case di Ravazzone. Questa volta il distaccamento è avvenuto sull’altro versante, in linea d’aria direttamente sopra via Viesi, ovvero in pieno centro a Mori, e ha riguardato un masso di circa otto metri cubi, adagiatosi sul sentiero di rientro della ferrata Ottorino Marangoni, quello che da località Zele conduce al santuario.Il sasso, di dimensioni notevoli, si è sganciato dal costone attorno alle 13 e nell’impatto con il terreno si è frantumato. Una parte, quella più consistente, si è fermata subito sotto, sul sentiero appunto, mentre un’altra è rotolata a valle, arrestando la sua corsa duecento metri sopra la stradina che da Montalbano porta a Mori Vecchio.

In entrambi i casi non ci sono stati feriti, ma il rischio che qualcuno potesse farsi male era concreto, visto che entrambi i percorsi sono frequentati anche d’inverno. A dare l’allarme, infatti, sono state alcune persone che si trovavano nei pressi del santuario (era una bella giornata e molti moriani ne hanno approfittato per fare due passi) e hanno sentito il rumore sordo degli alberi spezzati. I vigili del fuoco volontari di Mori, capito quello che era successo, hanno contattato la Provincia, che ha spedito sul posto, circa a metà del sentiero, il geologo reperibile. L’esperto, assieme a una squadra di pompieri e all’assessore Roberto Caliari, è salito per verificare di persona la situazione. Come prima cosa il team ha appurato che non ci fossero altre rocce pericolanti e al momento il fronte sembra stabile. Poi si è decisa la chiusura del sentiero di rientro, visto che il masso ostruisce completamente il passaggio, mentre è stato proposto alla Sat di evitare gli accessi anche alla ferrata Ottorino Marangoni. Di fatto un altro modo per tornare in paese dopo aver scalato ci sarebbe, passando in località Pipel, però il tragitto è decisamente più lungo. In serata, poi, una squadra di operai specializzati ha raggiunto il costone per mettere in sicurezza il masso. Nei prossimi giorni ovviamente continueranno i monitoraggi nella zona; al momento il rischio di una nuova frana sembra remoto, ma in questi casi non si può mai essere troppo sicuri, anche perché il fronte in oggetto è uno dei più instabili di tutto il Biaena.

Con ogni probabilità a causare il distacco sono state le piogge della scorsa settimana. «Sappiamo che i due versanti della montagna sono fragili, la nostra attenzione è sempre rimasta alta», spiega il sindaco di Mori, Stefano Barozzi. Nel 2014, infatti, c’era stata una frana sopra Molina, con i massi che, dopo aver rotolato per diverse centinaia di metri sulle fratte, si sono fermati nelle campagne dietro le case di via Roma. Dopo l’episodio di Ravazzone, che aveva creato non poco scompiglio in paese, erano stati subito stanziati 100 mila euro per la bonifica.

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