Inverno troppo asciutto il lago di Cei si restringe

A Cei riemergono le spiagge. Ed anche le alghe

di Luisa Pizzini

Il livello dell’acqua è un metro e settanta centimetri sotto la media ormai e così, a poco a poco, anche le spiagge del lago di Cei sono riemerse. In questo insolito inverno senza neve, dopo un autunno altrettanto scarso di precipitazioni, anche le sembianze dell’incantevole specchio d’acqua della montagna lagarina sono cambiate. In questi giorni si presenta in parte ghiacciato immerso nel grigiore degli alberi ormai spogli e pieno di alghe morte, che vengono a galla. Quest’anno anche qui manca la neve a regalare quelle immagini da cartolina tipiche dell’inverno. Ma non è certo questo «particolare» a fermare i tanti affezionati che dalla città o dal resto della Vallagarina salgono fino a Cei per far due passi nella natura ed immortalare il lago nel susseguirsi della stagioni.

In questi giorni a godere del paesaggio e della pace che regna in questi luoghi sono gli oltre cento ospiti della colonia di proprietà del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ma anche i proprietari delle case che d’estate assicurano un fresco rifugio tornano spesso in riva al lago. Uno di loro è Andrea Luscia, consigliere comunale a Rovereto, che frequenta molto spesso Cei. Ha fondato perfino un gruppo su Facebook che raduna gli amanti di questo luogo e sul quale vengono postate fotografie e ricordi.

http://www.ladige.it/gallerie/territori/lago-cei


«I vecchi dicono che il lago così basso qui lo hanno visto soltanto due o tre volte», racconta Luscia. «Il livello dell’acqua è sceso molto e le spiagge sono riemerse, anche se l’acqua da qualche parte arriva. Nessuno ha mai saputo dire con precisione da dove: sicuramente non da un torrente o da un rio, ma da una fonte che sta sotto il lago. Vicino alla Madonnina, dicono, dove il ghiaccio anche in questi giorni non si è formato». Rispetto alle foto mozzafiato scattate durante l’autunno, quando lo specchio d’acqua rifletteva le cromature degli alberi, quelle di questi giorni sono un po’ più «tristi». «Cei in realtà mantiene immutato il suo fascino - commenta ancora Luscia - anche se forse meriterebbe più attenzione. Viste le condizioni che si sono create quest’inverno con la mancanza d’acqua, ad esempio, l’ufficio biotopi della Provincia che cura questi aspetti avrebbe potuto approfittarne per fare pulizia delle alghe vecchie in modo da rendere il lago più fruibile nella bella stagione. Peccato, perché un luogo così bello e vicino alle città andrebbe valorizzato».

Qualcosa in questo senso è stato fatto: i cartelli che indicano i percorsi di nordic walking, ad esempio, spingono molta gente a frequentare Cei durante tutto l’anno. Non guasterebbero però alcuni interventi di manuntenzione, anche in vista di un futuro che è ancora tutto da scrivere. Chissà che l’albergo Martinelli, in vendita, non torni ad essere un punto di riferimento.

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