Incendio boschivo a Terragnolo Al lavoro oltre 100 pompieri

Continua l'intervento massiccio di uomini e mezzi per completare l'intervento contro l'incendio divampato ieri nei boschi sopra Terragnolo

Continua l'intervento massiccio di uomini e mezzi per completare l'intervento contro l'incendio divampato ieri nei boschi sopra Terragnolo. Al momento sono un centinaio i vigili del fuoco in azione, con il supporto di due elicotteri e delle autobotti.

L'allarme era scattato ieri intorno alle 14.30 quando un incendio è stato avvistato poco sopra l'abitato di Zencheri nel comune di Terragnolo. All'inizio la situazione sembrava abbastanza tranquilla e contenuta, ma ben presto ci si è resi conto che bisognava agire con grande energia e tempestività, perché il rischio che dalle sterpaglie il fuoco si propagasse senza controllo era estremamente alto. E questo principalmente a causa della terribile siccità che da due mesi imperversa in regione e che può trasformare le pendici della montagna in un rogo gigantesco.

Ecco che sono così state subito messe in allerta le stazioni dei vigili del fuoco di buona parte della Vallagarina che hanno risposto mandando in zona una gran quantità di uomini e mezzi. Il dispiegamento di forze è stato imponente, con centinaia di pompieri all'opera per evitare il peggio.

Solo verso le 17 i vigili del fuoco sono riusciti a contenere l'incendio, ma ancora alle 19 il fronte delle fiamme si estendeva per circa duecento metri in larghezza, e oltre 400 in altezza, a sfiorare zone montagnose praticamente inaccessibili. Per tutta la notte i vigili del fuoco hanno lavorato per tenere a bada le fiamme, potendo intervenire soltanto nella parte basse dell'incendio.
Tutto è iniziato intorno alle 14.30: forse per causa accidentale, ma non si esclude il dolo o la bravata, un primo focolaio è partito ad alcune centinaia di metri sopra l'abitato di Zoncheri, una manciata di case nel comune di Terragnolo.

Quello che sembrava un piccolo incendio boschivo ben presto si è però trasformato in un rogo che si è esteso su un'area di circa un ettaro e mezzo. Sul posto, coordinati dai permanenti di Trento, sono giunti subito i vigili del fuoco volontari di Rovereto, Terragnolo, Nogaredo, Folgaria, Besenello, Calliano e Volano, inizialmente con tre autobotti ben presto affiancate da una gran quantità di mezzi, tra cui quelle che sono chiamate "minibotti", adatte a raggiungere le zone più difficili. In serata si sono aggiunti anche i vigili del fuoco volontari di Villa Lagarina per dare supporto a quelli che hanno dovuto fermarsi per tutta la notte a contrastare l'espandersi delle fiamme.

«L'area dell'incendio è impervia e di difficile accesso - ha spiegato ieri nel pomeriggio il comandante dei vigili del fuoco di Terragnolo Marco Lanaro - e quindi ci è voluto molto impegno per riuscire ad arginare il fronte. Finalmente siamo riusciti a rallentare il fuoco, ma da qui a dire che è spento ce ne vuole. Il terreno è ancora molto caldo e basta un nulla, con il secco che c'è, che le fiamme ripartano».

Anche per questo è stato allertato anche l'elicottero della Protezione civile del Trentino, e precisamente uno dei velivoli che fino a poco prima era impegnato in un altro intervento verso Lavarone. Equipaggiato con enormi secchi che tengono fino a mille litri di acqua, il velivolo ha lavorato fino all'imbrunire, quando ha dovuto fermarsi, nel rovesciare sul rogo il liquido prelevato da un bacino che è stato approntato in quota, dalle parti di Serrada. Ad un certo punto si è pensato di utilizzare anche l'acqua dei bacini artificiali usati per produrre neve programmata.

«Finchè c'è questa siccità - dicono alla centrale dei vigili del fuoco di Trento - l'allerta è massima e casi come questo non devono certo sorprendere».

Lunedì, sugli Altipiani, appena oltre il confine vicentino, era scattato l'allarme per un vasto incendio sulle pendici del Portule, di Cima Larici e di Cima Bocchetta, con colonne di fumo ben visibili anche dalla vicina Valsugana. Sono intervenuti sulla montagna asiaghese elicotteri della Protezione civile trentina e anche due velivoli antincendio Canadair con rifornimento d'acqua nel lago di Caldonazzo.

Per prevenire i roghi la Provincia autonoma di Trento ha emanato un'ordinanza che vieta i bottti di Capodanno fuori dai centri abityati. Numerosi comuni hanno esteso il divieto all'intero territorio, comprese dunque le aree urbane.

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