Si è spento il sorriso di Emanuela Civettini

Borgo Sacco e le montagne del Trentino hanno perso per sempre il sorriso Emanuela Civettini, sconfitta sabato notte dalla malattia, dopo due anni e mezzo di tenace battaglia. Aveva 38 anni. 

È una processione di persone composta e costante quella che fin da sabato notte e per tutta la giornata di ieri ha animato la «casa Civettini» a Borgo Sacco, dove Emanuela ha vissuto gli ultimi, difficili mesi, circondata dall’affetto dei genitori, del papà Gianni e della mamma Franca, del fratello Alessio, del fidanzato Paul, dei nonni Enzo e Carlotta, che vivono al piano inferiore e sono, oggi, distrutti dal dolore di perdere l’amata nipote.

La famiglia Civettini è molto conosciuta nel quartiere, uno dei punti di riferimento di quella Borgo Sacco che non ha mai perso la dimensione di paese, dove spesso ci si conosce con i vicini, e ci si dà una mano all’occorrenza.

È lo zio di Emanuela, il consigliere provinciale Claudio Civettini, a tratteggiare il ricordo di una ragazza solare e piena di vita, affamata di emozioni, amante della montagna e soprattutto della Val di Fassa, dove il compagno Paul gestisce una malga.

«Da quando, due anni e mezzo fa, Emanuela ha ricevuto la terribile notizia della malattia, non ha mai smesso di lottare. E nonostante da ogni esame clinico che ha sostenuto non abbia ricevuto mai una buona notizia, non si è mai lasciata andare alla tristezza. “Io devo vincere” ripeteva. Ha avuto la fortuna di avere due genitori straordinari, che l’hanno accompagnata in questo periodo difficile, facendole vivere tutta la montagna che voleva, sua principale passione». Un affetto ed un sostegno, da parte della famiglia, che Emanuela sentiva fortemente. Fino all’ultimo.

«Le sue ultime parole, sabato sera - ricorda lo zio Claudio combattendo contro le lacrime - sono state “grazie a tutti”».

In chi l’ha conosciuta, di Emanuela resterà impresso per sempre il sorriso. Un sorriso che era una costante. Contagioso, solare, riproposto anche in centinaia di fotografie che la giovane donna aveva negli anni pubblicato sul suo profilo Facebook, per condividere con gli amici e le persone care i panorami e i paesaggi più suggestivi delle sue adorate montagne, vissute in pieno sia sciando, che arrampicando, che passeggiando tra una vetta e l’altra.
Roveretana e saccarda da sempre (anche se aveva da poco comprato un appartamento a San Giorgio), Emanuela era molto conosciuta in città. Dopo il diploma conseguito a metà degli anni ’90 all’Istituto Filzi di via Teatro, era stata assunta alla Luxottica, in zona industriale. E anche qui, come sempra capitava, si era fatta benvolere.

«Da parte dei colleghi e della proprietà - ricorda ancora Claudio Civettini - c’è stata grande vicinanza al suo dramma, e di questo come famiglia ringraziamo». E se lo sport montano (sci e arrampicata su tutti) era la passione di oggi, di Emanuela gli amanti del basket ricordano anche le imprese sportive di ieri, palleggiando sul parquet, partecipando all’epopea della Basket Pasqualini, quando la città della Quercia poteva schierare un quintetto nella serie A nazionale femminile. Domani alle 14.30 presso la Chiesa Parrocchiale di Borgo Sacco la famiglia, il quartiere, gli amici ed i colleghi daranno l’ultimo saluto ad Emanuela.

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