Villa Lagarina, polemica per i corpi appesi in piazza

C'è la «walking stone», la pietra che cammina, i corpi appesi nello «spazio del desiderio» e dei grandi fiori metallici nel parco. Sono approdate nel centro storico di Villa Lagarina le opere d'arte contemporanea di «Trans Limite», il progetto artistico di tre scultrici, Annamaria Gelmi, Erika Inger e Gabriela Nepo-Stieldorf, provenienti da Trentino, Alto Adige e Tirolo. Le loro sculture, inaugurate lo scorso sabato, sono state posizionate nei luoghi simbolo del paese. Un arredo urbano, anche se solo temporaneo (l'esposizione durerà fino al 20 settembre), che ha fatto storcere il naso a molti.

In particolare l'installazione di piazza Riolfatti ha turbato la sensibilità della gente: quattro busti umani nudi, che penzolano nel vuoto, come tagli di macellaria. Il titolo, come indica la didascalia, è «Spazio del desiderio». «Quell'opera dà fastidio - afferma Elide Coller, titolare della vicina edicola - sul corpo femminile c'è una lettera C cerchiata, come per dire il centro è lì, proprio di cattivo gusto. Per di più la scultura rimarrà fino a settembre facendo da sfondo anche alla tradizionale festa dell'anguria, in programma il prossimo fine settimana». «Da quello che ho sentito quest'opera non piace a nessuno e non si capisce il messaggio, per me porta solo via due parcheggi», commenta una signora di passaggio. Anche i gestori del vicino bar concordano: «Abbiamo sentito molti pareri negativi. Questo non è il modo giusto di valorizzare il centro di Villa Lagarina, forse sarebbe stato meglio esporle tutte a Palazzo Libera».

Sulla stessa onda il gruppo di minoranza. «Le opere d'arte in questione stanno suscitando numerose perplessità e critiche da parte della cittadinanza. Si tratta, in alcuni casi, di opere che risultano addirittura "inquietanti", soprattutto per i bambini, come avviene per l'allestimento di piazza Riolfatti», interviene Julka Giordani. «Abbiamo raccolto diversi commenti negativi che riguardano non solo l'estetica delle opere, peraltro sempre soggettiva quando si tratta di arte, ma anche la collocazione stessa delle sculture, inserite all'interno degli scorci più belli del centro. Ci sfugge come questa mostra possa raggiungere uno degli scopi che si prefigge, ovvero la riappropriazione degli spazi del centro storico da parte dei cittadini», conclude Giordani che sta preparando un'interrogazione, anche per capire i costi complessivi dell'iniziativa.

La mostra «Trans Limite», promossa dall'associazione «Promart», ha l'obiettivo di mettere in discussione il concetto di limite, di confine. Le opere sono esposte in parte negli edifici, in parte nelle corti, parchi e piazze. Il vicesindaco e assessore alla Cultura Marco Vender: «È una mostra internazionale con il suo fulcro a Palazzo Libera, ma che abbiamo voluto uscisse anche nelle piazze e nel parco di Villa Lagarina, per aiutare il visitatore a scoprire la ricchezza del centro storico, ma anche per suscitare curiosità e - perché no - discussione nella borgata». Discussione che di certo non è mancata.

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