Un gioiello del Seicento in vendita a prezzi di saldo

di Nicola Guarnieri

Un milione di euro per assicurarsi uno dei palazzi signorili più belli di Ala, di quelli che fanno rivivere da soli la «Città di velluto». Un’occasione, per chi ha il portafoglio gonfio ovviamente, per realizzare un sogno e tuffarsi nei fasti dell’epoca del lusso, dell’arte, dell’edonismo figlio dell’industria serica che, per esempio, ha contribuito al titolo di città per Ala.

Insomma, un gioiello raro che, come detto, si può acquistare per pochi «spiccioli». Il valore reale, infatti, è di circa 4 milioni di euro ma con 1 milione 29 mila lo si porta a... casa. Merito di un’asta che si è protratta nel tempo e che ora, per chiudere la partita e non lasciare la reggia chiusa, ha portato il prezzo a livello outlet.

Palazzo Malfatti Scherer, per capirci, dal 1650, anno della sua realizzazione in contrada Ferrari (ora via Nuova), è stato risistemato e ristrutturato più volte rimanendo sempre residenza di gran signori. Su tutti la famiglia veronese Malfatti. Nel 1995 è stato acquistato dal docente universitario e artista sudtirolese Robert Scherer che ci ha investito parecchio denaro per trasformarlo nella propria dimora e con l’intenzione di ricavarci una scuola d’arte con tanto di studentato per gli allievi e pure un museo, una biblioteca scolastica e luogo di incontri culturali. Nel frattempo, Scherer l’ha pure offerto alla collettività grazie a visite guidate o aprendolo in occasione delle feste. E sfruttando soprattutto il giardino interno collegato con via Teatro per ogni edizione di «Ala città di velluto».

Questo gioiellino, però, come detto è finito all’asta. Il prossimo 13 luglio sarà aperta la vendita in tribunale a Rovereto con offerte in rialzo partendo da 1.029.563 euro anche se il valore, adesso, è stato fissato in 1.372.750. Ma il compendio, chiaramente, vale molto di più visto che una stima affidata un paio d’anni fa al geometra Roberto Franchini fissava il prezzo, chiavi in mano, in quasi 4 milioni (3 milioni 856 mila euro per la precisione).

Palazzo Malfatti Scherer, dunque, andrà al miglior offerente. Una fine dovuta al pignoramento del bene da parte della Cassa di risparmio di Bolzano. Svanisce così il sogno di rilancio artistico dello storico palazzo e il ripetersi di belle esperienze come «Ala Arte», mostre collettive allestite da Robert Scherer assieme a Rina Riva, Gotthard Bonell, Michael Höllrigl e molti altri dal 2003 al 2010.

L’edificio di via Nuova, sorto sulle medievali Case Ferrari, si trova nel cuore della città, è in stile neoclassico e ospita, oltre al parco, stucchi settecenteschi, marmi e scale ricoperte con passamani in seta. Grandi parti delle proprietà Ferrari furono fuse in un unico palazzo e acquisite nella seconda metà del Diciottesimo secolo dalla famiglia Malfatti. Che ricostruì gli edifici esistenti nel 1885 e ne fece la residenza signorile di oggi, commissionata dal barone Stefano Malfatti. Solo la casa in stile neogotico di via Teatro e il giardino d’inverno che la collega al palazzo sono stati realizzati all’inizio del Ventesimo secolo, nel 1910. Le cantine, invece, sono le uniche testimonianze dei predecessori dei Ferrari.

Notevoli, oltre all’aspetto storico e artistico, sono le dimensioni: la superficie lorda è di 3.633 metri quadrati, il cortile e il giardino ne occupano 850 e i tre piani sono di 800 metri l’uno. Insomma, tanta roba che, ovviamente, è tutelata dai Beni culturali della Provincia e dunque, per capirci, non potrà certo essere convertita in miniappartamenti. Resta però un prezioso scrigno urbanistico in vendita. E una delle bellezze alensi che testimonia i fasti di una cittadina che all’epoca della seta diventò ricca e con particolare gusto estetico.

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