Hobby / Bibliofilia

Mercatino del riuso dei libri in via Suffragio: pittoresco, ma occorre cambiare il sistema

I «banchettari» e le asfissianti regole burocratiche: «La legge Olivi è un freno, disparità fra Comuni grandi e piccoli». E i clienti? «Si vende poco, ma lo scopo non è commerciale»

di Fabio Peterlongo

TRENTO. «La pratica del riuso promuove la cultura, ma la politica non ci valorizza. I vertici provinciali non ci ascoltano, forse non muoviamo abbastanza voti». Il presidente dell'Associazione trentina Mercatino delle Pulci, Gianni Nicolini, è amareggiato nel constatare il disinteresse della politica provinciale verso chi promuove i mercatini dell'usato senza fine di lucro.

N"e abbiamo parlato sabato alla 23esima Giornata del riuso del libro svoltasi sotto i portici di via Suffragio in collaborazione con il Trento Film Festival e con il sostegno del Servizio Sviluppo urbano del Comune di Trento". Una ventina di "banchettari" (così si definiscono) hanno messo in esposizione le bancarelle di libri vecchi o d'epoca, fumetti da collezione, giornali storici, francobolli, banconote, piccola oggettistica.

Le tipologie di "letture" sono disparate: si va dal comune romanzo usato dal valore di pochi euro, fino al libro storico risalente anche al Seicento, con pregevolissime lettere miniate ed illustrazioni di valore. È diffusa la presenza di volumi fotografici di grandi dimensioni che raccontano la storia, la natura e l'arte locali. Il flusso di curiosi è costante, anche se non numerosissimo: le persone si fermano, sfogliano i libri, si informano sui prezzi. Ogni tanto fa capolino anche qualche collezionista che approfitta dell'occasione per cercare rarità.

«Ma l'obiettivo principale del mercatino non è commerciale - ha precisato il presidente Nicolini - Noi puntiamo a diffondere la cultura del riuso e su questo aspetto insistiamo molto anche con i nostri soci. Quando vediamo che un socio cerca di fare il furbo puntando in maniera troppo marcata sulla finalità commerciale, possiamo arrivare all'espulsione. È questo il caso quando ad esempio mette in vendita libri evidentemente nuovi. Se un libro è nuovo, non è usato e questo contravviene al nostro spirito».

Da qualche anno i mercatini dell'usato sono diventati una presenza più frequente, anche in virtù di un'accresciuta cultura del riuso, ma per il presidente Nicolini, la politica non fa abbastanza: «Da anni contestiamo la legge provinciale "Olivi". Essa prevede che nei comuni sopra i 10mila abitanti si debbano fare otto mercatini l'anno, mentre sono sei i mercatini obbligatori nei comuni con meno di diecimila abitanti. Ma nei paesi così piccoli non c'è domanda e per gli espositori, che sono tutti volontari, rappresentano un costo. Chiediamo che si liberalizzi la presenza sul territorio: si prevedano pure quattordici mercatini l'anno da fare obbligatoriamente, ma dobbiamo essere lasciati liberi di scegliere dove svolgerli».

Abbiamo chiacchierato con alcuni degli espositori. Uno dei più appassionati è Roberto, di Aldeno, che racconta l'origine del suo interesse per il libro usato, in particolare per i libri d'arte e natura: «Più che passione, parlerei di "malattia" - ha detto scherzosamente - Da sempre raccolgo libri ed oggetti vecchi che però hanno un valore come ricordo. Noto un certo interesse anche da parte dei giovani, si fermano a sfogliare libri e riviste, in particolare a carattere storico».

È invece al suo esordio come espositrice la signora Marisa che si è avvicinata solo di recente alla compravendita: «Le persone si fermano a sfogliare in particolare i volumi illustrati dell'Ottocento, con splendide rilegature, come questo "Viaggio in Spagna" illustrato dal Doré - ha indicato - Però devo ammettere che non sono tante le persone che acquistano. Anzi spesso ci propongono di poter vendere i loro volumi. C'è sempre però qualche appassionato, che desidera avere una collezione di libri di pregio».

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