Società / I dati

Trento, i testamenti biologici sono tornati ad aumentare: tutti i numeri

L'assessore comunale ai servizi demografici Italo Gilmozzi ha sottolineato l'importanza di poter esprimersi in merito al proprio fine-vita: «Per l'amministrazione è importante dare gli strumenti ai cittadini perché possano lasciare la vita in un certo modo secondo le loro volontà. Facciamo ciò che la legge consente con il massimo rispetto verso la volontà della persona»

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TRENTO. I "testamenti biologici" tornano a crescere a Trento dopo il rallentamento degli ultimi anni: ma rimangono ancora pochi sul totale della popolazione. Sono 162 le nuove disposizioni anticipate di trattamento depositate nel corso del 2023 presso gli uffici del Comune di Trento. Una ripresa rispetto agli anni della pandemia: nel 2020, complici anche le difficoltà logistiche, le nuove "dat" erano state solo 66. Anche nel 2021 il numero è stato esiguo, con 74 richieste, e lo stesso nel 2022, con 72 richieste. Il numero più consistente di "dat" è stato depositato nel 2018, subito dopo l'introduzione dello strumento, con 306 richieste.

Nel 2019 le nuove "dat" erano state 162. Nel 2023 si è tornati ai numeri precedenti alla pandemia ed anche il 2024 mostra segni di un rinnovato interesse verso i cosiddetti "testamenti biologici". Ad inizio aprile ne sono stati depositati 53 e se la tendenza dovesse continuare, entro l'anno si potrebbe arrivare a duecento nuove richieste.

Ma cosa è la disposizione anticipata di trattamento, definita anche "testamento biologico"? Essa è un documento in cui la persona esprime le proprie volontà, il proprio consenso o rifiuto su accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche e trattamenti sanitari, in previsione di un'eventuale incapacità di comunicare la propria volontà. Insomma, si può dire in anticipo che si rifiutano terapie percepite come accanimento terapeutico nel caso ci si trovi in fin di vita o in condizioni insopportabili.

Esistono moduli precompilati che consentono di esprimere le proprie volontà, ad esempio diffusi dall'Associazione Luca Coscioni, che tiene un registro aggiornato delle "dat": stando a questi dati, in Trentino sono state presentate 2.610 richieste, di cui 2.466 inserite nella Banca Dati nazionale. Solitamente viene richiesta la nomina di un "fiduciario", una persona di fiducia che possa far rispettare le volontà e farle presenti al personale sanitario. Ma non è obbligatorio indicare un fiduciario, nonostante molti moduli presenti online sembrino richiederlo.

Alcuni comuni mettono a disposizione dei moduli appositi sui siti web istituzionali, ma è sufficiente una scrittura privata semplice presentata presso il comune di residenza o anche presso l'azienda sanitaria locale. Ma non sempre le aziende sanitarie accolgono direttamente le "dat": l'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, ad esempio, sul suo sito indica che le "dat" vanno presentate al comune di residenza. La propria volontà viene poi registrata nella Banca Dati nazionale delle "dat" che dovrebbe essere accessibile dal personale medico attraverso carta d'identità o codice fiscale. Da questo punto in poi il personale medico è in grado di conoscere in maniera inequivoca la volontà della persona e doverosamente operare di conseguenza.

L'attivazione della Banca Dati nazionale rappresenta un importante passo in avanti in quanto nei primi anni dopo l'introduzione della legge del 2017, essa non riusciva a raccogliere in maniera trasparente ed accessibile le volontà della persona, ma a quanto risulta la situazione sembra migliorata.

L'assessore comunale ai servizi demografici Italo Gilmozzi ha sottolineato l'importanza di poter esprimersi in merito al proprio fine-vita: «Per l'amministrazione è importante dare gli strumenti ai cittadini perché possano lasciare la vita in un certo modo secondo le loro volontà. Facciamo ciò che la legge consente con il massimo rispetto verso la volontà della persona». E sui numeri, ancora piuttosto esigui, Gilmozzi ha detto: «Il primo anno dopo l'introduzione c'è stata un'adesione più significativa, probabilmente perché se ne parlava di più. Ma ultimamente vediamo una ripresa nelle richieste».

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