Comune / Il caso

Capitale europea del volontariato, in lizza Trento e Leopoli, e Ianeselli tifa Leopoli (con ironie e frecciate sui social)

Dopo le candidature, scelte le due finaliste. Il primo cittadino si schiera: «Noi naturalmente facciamo il tifo per Leopoli, oggi in prima linea nell'accoglienza dei rifugiati». E gli ripondono: «Basta che Trento si ritiri»

TRENTO. È diventata una partita a due: Trento e Leopoli (in ucraino: Lviv). È una finale ad eliminazione diretta. Una delle due città diventerà Capitale europea del volontariato 2024.

La notizia, arrivata giovedì pomeriggio, ha provocato reazioni differenti. Grande orgoglio, per cominciare, in chi da sei mesi lavora per questo risultato: dal Comune - su tutti i servizi sociali, ma non solo - alle tantissime realtà del volontariato cittadino. E poi la presa d'atto non solo che la corsa è in salita, ma che eticamente forse serve interrogarsi sulla marcia che si vuole inserire per correrla.

A dare fiato a questa sensazione, il sindaco Franco Ianeselli, che ha rotto gli indugi: «Onorati, ora facciamo il tifo per la città ucraina».

Un pensiero che gli è costato più di qualche ironia sul web.

Prima di tutto, come detto, la notizia. Da sei mesi a palazzo Geremia si lavorava a questo risultato. Il progetto, presentato dall'assessora Chiara Maule, era il risultato di un lunghissimo confronto sia tra uffici sia con il mondo del volontariato. Ieri è arrivato l'annuncio ufficiale: il Cev (Centre for european volunteering) ha comunicato la finale a due.

La scelta della città vincitrice è prevista entro fine anno. Ora inizia la seconda fase della selezione. «Essere stati selezionati per la finale è la conferma ulteriore del valore straordinario del nostro volontariato - osserva Maule - Sicuramente il percorso non finisce qui perché il cammino che abbiamo fatto insieme per costruire questa candidatura è stato lungo, intenso, importante».

Un percorso che va onorato: «Il valore di questa candidatura è che si è mossa tutta la città. Ed è un percorso che ci ha insegnato molto. Ora l'obiettivo è puntare nei prossimi anni a mettere a terra tutte le sollecitazioni dei volontari e di chi riceve il loro aiuto».Ma la gara parte diciamo un po' falsata. Leopoli è Leopoli.

E il sindaco Franco Ianeselli lo dice chiaramente: «Onorati. Noi naturalmente facciamo il tifo per Leopoli, oggi in prima linea nell'accoglienza dei rifugiati. E ci impegniamo a costruire un ponte tra le due città, già unite dalla comune appartenenza all'impero austroungarico e dai colori municipali, il giallo e il blu. Forza Leopoli!».

Un pensiero che il web ha accolto in parte con condivisione per le parole, in parte con una certa ironia. «Capisco tutto, ma mi pare davvero eccessivo», butta lì Andrea Zambelli.

Il sindaco: «Pare che Leopoli stia resistendo ad un'invasione». E Zambelli: «Per essere certi del buon esito suggerirei il ritiro della candidatura di Trento».

Sulla pagina del sindaco sono molti di più i cittadini che si schierano con Ianeselli. E a dar manforte al primo cittadino arriva pure il vicesindaco Roberto Stanchina: «Assurdo commentare negativamente l'enorme valore simbolico che avrebbe per una città come la nostra (martoriata nel novecento dalle guerre) riconoscere una fratellanza con Leopoli - scrive nei commenti - Sarà il forte messaggio di pace a vincere, sarà una candidatura straordinaria. Sindaco, il tuo Vice con te tifa Leopoli! Tifa per la pace. Tifa per l'Europa».

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