Polizia / Il lutto

Addio a Paolo Sega, polizia locale in lutto: “Cortese con tutti e umile”

Se ne è andato in pochi giorni, lasciando nel più profondo dolore i familiari, gli amici, i colleghi, le persone che hanno avuto modo di conoscere la sua professionalità. Aveva 58 anni, compiuti in ospedale qualche giorno fa; gli amici gli avevano mandato i messaggi vocali di auguri, ma nessuno osava pensare che quello sarebbe stato l'ultimo contatto

TRENTO. Se ne è andato in pochi giorni, lasciando nel più profondo dolore i familiari, gli amici, i colleghi, le persone che hanno avuto modo di conoscere la sua professionalità. Paolo Sega, agente della polizia locale di Trento, aveva 58 anni, compiuti in ospedale qualche giorno fa; gli amici gli avevano mandato i messaggi vocali di auguri, ma nessuno osava pensare che quello sarebbe stato l'ultimo contatto. Paolo Sega - Paolino per gli amici nonostante l'altezza da cestista - era nato in Sardegna, in provincia di Cagliari, e cresciuto a Roma. Arrivato in Trentino, prima aveva abitato a Vallarsa, poi si era trasferito a Terlago.

Era nelle pattuglie di pronto intervento della polizia locale di Trento e in città molti ne ricordano la cortesia. «Ovunque andasse portava il sorriso - sottolinea l'amico Stefano Selem dell'Academy 4x4 - Paolo aveva sempre una parola per tutti, era altruista: un signore che metteva sempre davanti gli altri». Con gli amici dell'Academy condivideva la passione per i fuoristrada, specie se datati: aveva una Campagnola Ar59 e una Panda 4x4.

Il collega Fabrizio Mariotti "Isaia" ricorda l'umiltà e la semplicità di Paolo, «l'avversione agli insolenti». Questi alcuni versi della poesia che gli ha dedicato: «Ghe piaseva esser normale e la bona compagnia,'scoltar musica (e nel caso emergeva 'na contesa)/ ma la dote che 'l gaveva e che usava in armonia, l'era la sincerità, impagabile e ben spesa/ 'L so fisico slanciato, con la storica divisa, ghe creava quel qualcoss de figura risoluta/ 'n realtà l'era 'n bonera, pur con indole precisa, grande la so comprension, dai colleghi conosciuta». «L'era fazile apprezarlo, anca fora dal servizio, sempre pronto a ritrovarse, rinsaldando dei rapporti/ 'l sorriso e la battuta, l'allegria l'era 'l so vizio, 'na presenza a cui parlar, confidando i propri torti». «Zerto te me mancherai, la to dolce parlantina, i commenti sulle gnocche, per la musica 'na bega/ 'l sorriso ed il saluto che te devi ogni mattina, dal profondo de 'l me cor... te eri 'n figo, Paolo Sega».

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