Il rifugio anti-aereo della Grande Guerra di piazza Venezia diventa "virtuale" in 3D con una tesi di laurea

TRENTO - Nel grande rifugio antiaereo della Grande Guerra di piazza CVenezia a Trento (si estende, con due gallerie, dal giardino attuale fino a sotto il convento dei Francescani di via Grazioli) pochissimi fortunati hanno potuto entrare. Ma ora è possibile effettuare una "visita virtuale" grazie alle tecnologie digitali.

Come valorizzare spazi nascosti e dimenticati della storia cittadina? Come riqualificare e riutilizzare un vecchio rifugio antiaereo ora chiuso al pubblico? Come rilevare e visualizzare un tunnel che si snoda dentro la roccia in centro città?

Queste e altre domande sono il tema di “Tra buio e luce: un progetto urbano per il rifugio antiaereo di piazza Venezia a Trento”, la tesi di laurea ngistrale in Ingegneria Edile-Architettura (Università di Trento, anno accademico 2019/2020) di Davide Giacomelli, sotto la supervisione delle relatrici prof.ssa Giovanna A. Massari e Prof.ssa Sara Favargiotti e dei correlatori Prof. Fabio Remondino (FBK-3DOM), Prof.ssa Lucia Simeoni e Prof. Paolo Baggio.

La tesi inquadra storicamente l’evoluzione dell’area di Piazza Venezia che, “durante la Seconda Guerra Mondiale, data la posizione strategica e la presenza di un grande viale, è stata il luogo fulcro delle manifestazioni del regime fascista.”

All’inizio del conflitto Trento è impreparata ad affrontare il bombardamento aereo, perché i ricoveri pubblici antiaereo dislocati nel centro storico sono solamente undici e in grado di ospitare al massimo dalle 50 alle 200 persone l’uno.

Dopo il primo bombardamento del settembre 1943 si rende indispensabile la realizzazione di altri rifugi in roccia e di ricoveri che permettessero alla cittadinanza di trovare riparo in meno di 15 minuti: in breve tempo la capienza dei rifugi antiaerei in roccia si amplia a più di 12.000 persone (5.200 in quello di piazza Venezia, 2.900 “alla Busa”, 1.800 in Largo Nazario Sauro).

In particolare, il rifugio di piazza Venezia è una galleria nella roccia che corre parallelamente ai giardini per circa 210 metri, con 4 accessi all’esterno e una larghezza massima di 10 metri.

La tesi di laurea presenta anche un modello virtuale in 3D, che consente di "entrare" nel tunnel. E che sarebbe bello mettere a disposizione di tutti.

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