Parrucchieri, liste d'attesa da record Trentini in coda per farsi belli C'è chi ha prenotazioni fino all'8 giugno

di Daniele Benfanti

Il telefono continua a squillare. «Pronto, signora? No, mi dispiace, prima della settimana dell’8 giugno non c’è possibilità.
Forse mi si libera qualcosa venerdì 5». Alessio Pallanch, del salone Hair Group di via Santa Maria Maddalena, aggiorna di continuo la lista delle prenotazioni. Dopo due mesi e mezzo di chiusure, da ieri i saloni di parrucchiere ed estetisti sono aperti. E i trentini non hanno perso tempo.

La voglia di prendersi cura di sé e del proprio aspetto era latente ed è esplosa con lunghe liste di prenotazione. La prenotazione è diventata la modalità di fruizione obbligatoria del servizio, insieme ai nuovi protocolli igienici: teli monouso, mascherina e guanti per i clienti e gli operatori, igienizzazione profonda delle postazioni tra un cliente e l’altro, distanziamento, niente sale d’attesa e riviste da sfogliare.

«Abbiamo aperto le liste di prenotazione la settimana scorsa - spiega Pallanch - e abbiamo subito avuto ben 160 persone in lista. Ospitiamo tre clienti alla volta nei nostri 85 metri quadri e, certo, le sanificazioni portano via tempo. Ma sono positivo sulla ripresa, anche se marzo e aprile, con la Pasqua e il periodo dei matrimoni, ormai sono persi. Teniamo aperto anche il lunedì e siamo molto elastici sulla sera, anche se non posso spremere troppo il personale, io sono qui dalle 7 di stamattina e vado a casa dopo le 20?».
Agenda fitta anche al salone Pedron di via Dietro le Mura B, ma ci sono ancora posti liberi per i prossimi giorni: «Anche i clienti più anziani - spiega Christian Pedron - che erano abituati a passare e farsi fare un taglio di capelli al volo, si sono adeguati alla prenotazione. Abbiamo due postazioni per il taglio maschile in 90 metri quadri, più altri 40 per il femminile, con mia moglie Stefania e un ingresso indipendente. Noi indossiamo mascherina, visiera, guanti in lattice monouso per ogni cliente, che mantiene la sua mascherina durante il taglio, mentre noi forniamo i guanti e il telo monouso.
E poi abbiamo il gel igienizzante». Completato il taglio dei capelli a un cliente, Tiziano Pedron, fratello di Christian, interviene subito con il disinfettante sulla classica poltroncina da barbiere, per sanificare braccioli, seduta e poggiatesta, mentre forbici, rasoio e pettini vengono inseriti in uno sterilizzatore. Il ritmo di lavoro è di trenta minuti per cliente, seguiti da dieci minuti di operazioni igieniche. All’esterno, due sedie in legno fungono da sala d’attesa «en plain air».
Atmosfera gioiosa anche al salone della catena Jean Louis David di via Roma: il centro estetico apre domani, mentre negli ampi spazi delle acconciature già ieri si lavorava a pieno ritmo fin dal primo mattino. Desirée sta operando su una cliente, Tiziana: «Procediamo con il lavaggio dei capelli per tutti.

Poi ogni cliente rimane in postazione per tempi variabili, a seconda dei trattamenti. Le riviste le avevamo già tolte a inizio marzo e anche le igienizzazioni le avevamo moltiplicate prima del lockdown. Alle clienti che non potevano venire da noi abbiamo fatto arrivare a casa le tinte per capelli del loro colore, durante i due mesi di chiusura?». E la signora Tiziana, felice di farsi mettere le mani nei capelli, precisa: «Venire dal parrucchiere è un piacere e una coccola. No, nessuna paura. Vedo che oggi dappertutto c’è un’attenzione altissima per l’igiene. Nemmeno gli autobus li ho mai visti così puliti, figuriamoci un salone di bellezza».

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