Disboscamento a Povo polemiche e molti dubbi

di Paolo Giacomoni

L'impatto visivo, soprattutto per chi transita da Cognola verso la strada dei Forti, è forte. Stiamo parlando dell'imponente opera di disboscamento iniziata da qualche mese alle pendici del Monte Celva.

Il taglio di piante di alto fusto e l'incessante lavoro degli escavatori hanno portato alla luce la tipica terra rossa di Oltrecastello rendendo se possibile il paesaggio ancora più inquietante. Si tratta, presumibilmente, di un ampliamento agricolo privato in in via della Selva in una zona prima boschiva, con una pendenza importante ed a monte di alcune abitazioni che sta preoccupando i residenti soprattutto per la mancanza di notizie ed assicurazioni che possano far capire l'entità dei lavori e gli eventuali rischi idrogeologici ed ambientali.

Preoccupazione ed interrogativi su cui si è fatto interprete il consigliere comunale del Pd Michele Brugnara attraverso una dettagliata interrogazione a risposta scritta al Sindaco presentata nei giorni scorsi. «I lavori - inizia Brugnara - con un impatto paesaggistico significativo, sono effettuati da privati su terreni in pendenza che nella parte sommitale erano coperti da bosco con piante ad alto fusto.

Per i lavori vengono utilizzati pesanti mezzi che transitano lungo una stradina che porta al bosco oggetto del taglio: la stradina è sulla particella fondiaria n. 2344 e confina, tra gli altri, con alcuni fondi sui quali vi sono delle abitazioni (particella fondiaria 325 e particella fondiaria 334/1). Si segnala tra l'altro - continua il consigliere - che nel primo tratto della stradina è stato riversato del materiale coprendo la canaletta che corre lungo il muro a secco. Con la presente interrogazione si chiedono garanzie e informazioni circa l'impatto dell'intervento: l'esito delle valutazioni di tipo idrogeologico e paesaggistico, il sistema dei controlli sull'effettuazione dei lavori a regola d'arte, la salvaguardia e il ripristino dei beni comuni (muretti a secco, stradine di campagna, sentieri, ecc.), l'impatto di eventuali trivellazioni sul sistema complessivo dell'acqua potabile in zona».

Interrogativi non di poco conto che vengono poi esplicitati in maniera più dettagliata nel seguito dell'interrogazione: «Che porzione di bosco - chiede Brugnara- verrà abbattuta per fini agricoli e se tale porzione abbia un qualche vincolo o meno (boschivo), di che tipo di coltivazioni e secondo quale tecnica verranno coltivati tali nuovi arativi (biologico, etc.), se siano stati valutati gli impatti dell'intervento sulla biodiversità di quella località, se siano state date e da chi le necessarie autorizzazioni, nonché le prescrizioni atte a salvaguardare ed eventualmente a ripristinare i beni comuni: muri a secco che hanno più di 100 anni, le cornici storiche interrate dai contadini nel passato che garantivano e garantiscono il rifornimento di acqua ai fondi sottostanti, i muri a sostegno della strada comunale su cui transitano e transiteranno pesanti mezzi, i sentieri austroungarici risalenti alla prima guerra mondiale, se sia vero che verrà effettuata una trivellazione fino alla falda per fornire il nuovo fondo di acqua e cosa ciò comporterà sul sistema di acqua potabile complessivo, se sia stato verificato che il disboscamento possa causare o meno, in caso di forti piogge, smottamenti che potrebbero causare problematiche alle case e proprietà sottostanti, se siano previsti controlli ex post e da chi sull'esecuzione a regola d'arte dei lavori, se sia stato valutato il carico massimo che la strada comunale (o poderale) sulla particella fondiaria n. 2344 possa sopportare e chi effettua i controlli durante i lavori.

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