A spasso per disturbare i malviventi. Il Comitato Torre Vanga: «Andremo avanti»

Il Comitato Torre Vanga: «Avanti così»

di Stefano Piffer

Lo avevano promesso e lo hanno fatto. Gli aderenti del Comitato Torre Vanga - che da anni si battono contro il degrado della Portela, una delle zone storiche della città spesso teatro di episodi di criminalità - mercoledì sera si sono organizzati in un gruppo che ha «pattugliato» per un paio di ore le vie più calde. E ieri si è replicato con questa che viene definita una presenza attiva.

«È andata bene, la manifestazione si è rivelata molto efficace - commenta Stefano Borgognoni uno dei referenti del Comitato assieme al presidente Franco Dapor - Eravamo una trentina di persone e siamo stati una presenza itinerante dalle 21 alle 23.15. Ci siamo mossi all'interno del quadrilatero, percorrendo soprattutto via Roma e via Orfane visto che piazza Santa Maria, dopo la riqualificazione urbanistica, si è sostanzialmente liberata da questi fenomeni. La nostra presenza ha dato fastidio, visto che queste persone erano costrette a spostarsi. Noi allora ci riavvicinavamo e loro si sono dovute allontanare nuovamente e avanti così fino a che non se ne sono andate. Il nostro obiettivo era quello di disturbare il loro "traffico" e, in un certo senso, ridurre il fatturato che deriva da questo commercio illegale».

Siete quindi entrati in contatto con alcune di queste persone?  

«Sì, ma precisiamo. Non agiamo con un intento violento e nemmeno provocatorio. La nostra volontà è quella di garantire una presenza e riappropriarci di queste zone che sono state letteralmente occupate da queste attività. Nessuno di noi ha raccolto le provocazioni che sono arrivate: ci hanno urlato dietro e coperto di insulti ma abbiamo dato istruzioni chiare a chi era con noi. Abbiamo detto esplicitamente di non reagire in nessun modo e, in caso di comportamenti aggressivi, fare non uno ma due passi indietro e chiamare subito le forze dell'ordine. Fortunatamente non ce ne è stato bisogno».

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Non c'è il rischio che il fenomeno si sia semplicemente spostato durante la vostra iniziativa?  

«Può darsi, sì».

Soddisfatto dell'adesione?  

«Molto. C'erano residenti e commercianti della zona ma anche dai quartieri vicini. Ci hanno detto: siamo qui con quella solidarietà che vorremmo fosse dimostrata a noi qualora ci dovessimo trovare nelle stesse situazioni. Come detto, da noi c'è il punto nevralgico di questi fenomeni, ma sono presenti in percentuali diverse in tutta la città. In più hanno aderito anche molti studenti universitari del secondo e terzo anno. Leggo in questa cosa una nuova sensibilità nei confronti di questi episodi».

Quando verrà ripetuta la manifestazione? 

«Verrà ripetuta domani (oggi, ndr) e per il futuro la riproporremo almeno due volte a settimana. Naturalmente mi auguro che i gruppi siano numericamente più esigui, ma maggiormente costanti nel tempo. Non servono gruppi di trenta. Ma penso che potrebbero bastare dieci o dodici persone per volta, dandosi dei turni a più ampio respiro, in modo da poter coprire più giorni e un arco di tempo maggiore».

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