«Cura» dei panettoni contro l'autismo

La bella iniziativa dell'Associazione genitori soggetti autistici del Trentino

di Laura Galassi

Martina infila il panettone nel sacchetto, Giorgina annoda il fiocco, Roberta ed Emanuele inscatolano e Giovanni attacca l'adesivo: possono sembrare attività noiose e ripetitive, ma per le persone affette da autismo questa catena di montaggio è un toccasana. Nell'ultimo mese una decina di ragazzi seguiti dall'Associazione genitori soggetti autistici del Trentino (Agsat) ha lavorato a maso Zancanella, a Spini di Gardolo, per impacchettare più di 400 dolci natalizi su commissione di due aziende trentine, la Zobele e la Adige Estintori. Un modo singolare di vivere l'Avvento, che però ha fruttato una buona raccolta fondi ed ha aiutato i giovani a migliorare la loro manualità e a mantenere la concentrazione.

«Anche un lavoro semplice come questo per i nostri ragazzi è una vera sfida», spiega Federico Comini, psicologo e referente dei progetti Agsat. L'autismo, infatti, è un disturbo generalizzato dello sviluppo neurologico caratterizzato da tre elementi fondamentali: un grave disturbo dell'interazione sociale, un disturbo della comunicazione e una serie di disturbi del comportamento e del movimento che portano a gravi comportamenti di chiusura, di isolamento e di esclusione dal contesto sociale e di relazione. L'Associazione dei genitori, nata esattamente dieci anni fa, occupa 25 operatori della Cooperativa sociale autismo ed è l'unico ente accreditato con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari per le terapie riabilitative dei disturbi dello spettro autistico. Ogni anno in Trentino vengono diagnosticati più di venti nuovi casi, ma i numeri di questa malattia sono in aumento. «Si tratta di una problematica che compare nella popolazione con una frequenza di circa 0,8-1 caso su 1.000 bambini ed è prevalente nei maschi in misura 4 volte superiore rispetto alle femmine», si legge sul sito internet Agsat.

La preparazione dei panettoni è solo una delle attività proposte a maso Zancanella, inaugurato lo scorso aprile ed entrato in attività in estate. La nuova casa per l'autismo accoglie giornalmente circa 15 utenti dai 16 ai 30 anni; parallelamente Agsat gestisce un centro sanitario riabilitativo in via Maroni, destinato a quaranta bambini, e il servizio scuole in convenzione con la Provincia autonoma. A Spini di Gardolo ogni giorno ragazzi e ragazze si cimentano nei laboratori di cucina: fanno la spesa al supermercato, pelano, tagliano, impastano, apparecchiano e poi lavano i piatti. Inoltre, durante la bella stagione, si trasformano in contadini, armati di zappa e vanga, per la cura dell'orto. «Prima eravamo in una struttura a Rovereto, ma gli ambienti erano piccoli. Avere spazi grandi è importante per la regolazione emotiva degli autistici», sottolinea Comini. L'obiettivo di Agsat è quello di trasformare maso Zancanella in una fattoria sociale, sfruttando anche i meleti che circondano l'edificio di proprietà dell'Apss.

Il mese scorso è, inoltre, partito il progetto «Volontariamente a vostra disposizione», con il quale gli utenti si rendono disponibili per piccole commissioni come andare al supermercato, alla posta o in farmacia. «È un modo per migliorare i contatti con il mondo esterno», afferma lo psicologo, che poi prosegue: «L'autismo è un disturbo ancora poco conosciuto e talvolta la gente si spaventa nel vedere i nostri ragazzi». Ecco che allora la settimana scorsa è stato presentato il marchio «Autismo accolgo», una certificazione da assegnare alle strutture, dai ristoranti agli impianti sportivi, passando per i musei, che hanno competenze sul disturbo da spettro autistico. «In questo modo si incentivano i genitori a uscire, ad avere una vita normale. Agsat, infatti, è impegnata a occuparsi della famiglia a 360 gradi», conclude Federico Comini.

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