Mattarello, Casetti: «Cento poesie» ricordando la moglie Daniela

«Siamo al quarto volume di poesie di questo sconosciuto poeta in italiano e inglese. Con qualche ricaduta in dialetto trentino e persino in tedesco». Un libro, Cento poesie. A hundred new poems, come sempre autoprodotto, che sarà presentato stasera, giovedì 10 dicembre, alle 20.30 alla Biblioteca di Mattarello , con l'intervento di Paolo Toniolatti e le musiche del trio Iron Strings. L'autore è un personaggio inconfondibile di questo Trentino, Enrico Casetti.

Nella fotografia impressa sulla locandina Casetti appare sorridente con Daniela Stoffella, la moglie scomparsa esattamente tre anni fa, il 19 dicembre del 2012. E la biblioteca in cui l'opera sarà presentata è quella che fu la biblioteca «di lei», quella in cui Daniela lavorò gli ultimi, densi anni della sua carriera di divulgatrice ed organizzatrice culturale.

«Queste poesie - dice Casetti - le ho scritte l'anno successivo alla morte di Daniela. Parlano molto di questo. Anche se Paolo Toniolatti nell'introduzione della serata dirà che si tratta "di un atto d'amore verso la gente". In verità io tento di dare una mano a chi ha perso, come me, un grande affetto. Perché penso che dopo i primi momenti di disperazione si debba reagire in modo positivo. Perché ciò che ci è capitato è tutto dentro le leggi della vita».
Due personaggi, quindi, Sergio e Daniela, una coppia assolutamente speciale e definitiva («non avrò mai un'altra donna»). «Daniela era davvero bravissima nell'ascolto e ha lasciato segni indelebili, si direbbe definitivi, dove ha operato. Il suo poteva essere definito vero amore per gli altri».

La poesia adesso. «Faccio tutto da solo (stavolta ne abbiamo impresso 500 copie) perché mi piace essere protagonista di tutte le scelte, a partire dalla veste tipografica».
Poesie in italiano e in inglese. C'è un perché, naturalmente... L'inglese è la seconda lingua di Casetti, che l'ha insegnata per tutta la sua vita professionale, gli ultimi 20 anni, prima del pensionamento, al liceo Da Vinci di Trento. Ha due lauree Casetti, una in lingue e l'altra in pedagogia. Ma si era iscritto poi ad economia ed aveva sostenuto anche un certo numero di esami fondamentali.
«La mia poesia? In primo luogo vuole essere alla portata di tanti. Vuole essere semplice, utile. E per metterla sulla pagina c'è bisogno di tempi lunghi, lunghissimi, di maturazione. Devi ritornare sul verso tante, tantissime volte».

Dietro ci sono tante letture, non solo poesia moderna ma a partire dai testi antichi. I temi? Natura, famiglia, amore ma anche filosofia e persino astronomia. «Scrivo versi dall'ultimo anno del liceo classico, dai miei 18 anni. Ma prima avevo la famiglia, la scuola. Non ero uno da lezioni private e quando mi si liberava del tempo organizzavo corsi di aggiornamento per insegnanti, sempre nell'ambito del mio istituto».
E c'erano anche le gite scolastiche, di cui un paio rimasero famose a Trento: una in Russia, ai tempi aulici del comunismo sovietico, e un'altra, era il 1989, nel Burkina Faso. Non proprio Innsbruck e i canederli.

La poesia di Enrico Casetti. Ecco alcuni versi in italiano: «Sono un pastore di parole,/ e con la verga d'oro le conduco/ a risuonar nei miei versi». E altri in inglese: «To be a true seed set in good men's hearts,/ ready to grow a plant of mutual love» («Essere un seme piantato nel cuore degli uomini per costruire l'amore e la pace»).

Certo, l'amore di Enrico Casetti per quella sua grande donna: «Scusami se ho voluto sentire/ la tua voce, vedere il tuo sorriso,/ sentire la tua mano calda nella mia./ Non mi bastano più i tuoi messaggi;/ non mi bastano più le tue foto sul tablet;/ non mi basta più incontrarti nel mondo virtuale!/ Voglio una persona viva vicina a me/ per parlare, sorridere, e sognare (Excuse me if I wanted to hear your voice...)».
Dopo l'addio a Daniela: «La primavera è tornata,/ ma non ha riportato tutto quel/ che l'inverno ha levato».

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