Addio all'isola della carta Chiude la Rivisteria

di Paolo Ghezzi

Scorreranno lacrime, in via San Vigilio: a fine ottobre, sabato 31, chiude la mitica Rivisteria, un unicum nazionale. Le tre sorelle Giulia, Maria e Bruna Tasin, storica spina dorsale e metà dell’attuale forza lavoro del negozio (classi 1950, ‘51 e ‘53), vanno in (meritata) pensione e, nell’impossibilità di conservare un assetto familiare all’impresa, mettono la parole fine ad una nobile avventura culturale durata quasi 28 anni. Brutta notizia, per i lettori di carta stampata. D’accordo, gli amanti delle pagine fruscianti, croccanti, patinate oppure operaie, magari anche un po’ sporcanti le dita di inchiostro, sono una moltitudine calante, d’età media montante. Le nuove generazioni passano le dita sugli schermi virtuali dei tablet, non conoscono la libidine cartacea. Ma che peccato, che grande perdita, per il centro storico di Trento e la sua biodiversità cultural-commerciale.

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Era il dicembre 1987 quando la famiglia Tasin rilevò la storica edicola Disertori della stretta, 90 metri quadrati, quella dove nella stagione del ‘68 Curcio e compagni andavano a comprarsi i leggendari Quaderni Piacentini. I Tasin ne hanno fatto, col passare degli anni, un’edicola molto speciale, che offre il meglio dei quotidiani e dei periodici a livello internazionale. Fino ad oltre ottomila diverse testate, nei giorni migliori. Una miniera. Un tesoro. Uno spettacolo. Una delizia, per i visitatori.

«Per mantenere l’anima della Rivisteria - spiega Marco Tasin, ragazzo del Cinquantanove - ci voleva la forza che solo una famiglia unita poteva dare. La qualità del servizio era garantita dallo spiegamento di risorse umane in campo. Ma le mie tre sorelle hanno raggiunto l’età della pensione, non se la sentivano di andare avanti. A questo punto rinunciamo al mondo dei giornali e delle riviste, e facciamo nascere qualcos’altro. No, non vi dico ancora che cosa, ne stiamo discutendo. Ma di sicuro non venderemo a una catena commerciale».

Eravate un posto speciale...
«Abbiamo dato la possibilità ai lettori trentini di spaziare tra le voci del mondo, abbiamo sempre lasciato sfogliare le riviste, perché per conoscerle bisogna metterci il naso dentro? Mai tenuto schedine o gratta e vinci, siamo stati l’unico esempio in Italia di punto vendita specializzato in riviste italiane ed estere? E i clienti apprezzavano, aumentandoci il livello di colesterolo e glicemia: ci coccolavano troppo, riempiendoci di dolci e torte, soprattutto a Natale».

La chiusura della Rivisteria è anche un atto di rassegnato pessimismo sul futuro della carta stampata?
«No, questo no. Certo, c’è una selezione, restano le testate più valide, le riviste-contenitori di pubblicità vanno a sparire? E anche le riviste politiche sono tutte andate più o meno a morire, sono rimaste solo L’Ateo e poche altre. Dai pacchi di MicroMega siamo passati a vendere pacchi di Deutsch perfekt, la rivista per chi studia il tedesco, ne vendiamo più noi che tutti gli altri 300 punti vendita del Trentino? Certo, i quotidiani nazionali si sono appiattiti sul notiziario Ansa, ma a livello locale i tre quotidiani hanno ancora un valore? Spero che il pluralismo delle testate resista, fa bene all’informazione...».

Nonostante il marchio Rivisteria - tutelato a livello nazionale - sia stato rinnovato l’anno scorso, il futuro negozio Tasin non sarà più un’edicola.
«Pensiamo a una formula unica, in negozio resteranno mia moglie Gabriella, i miei nipoti Corrado, figlio di Giulia, e Valentina, nipote acquisita. Ma basta riviste. E non è detto che insisteremo sulla cartoleria. Chiuderemo una decina di giorni. Ma vogliamo ripartire dando entusiasmo, emozioni, gioia. Avremo un taglio più giovane».

Non si consoleranno, i vecchi e meno vecchi clienti. Giulia Tasin lo sa: «Sapevamo che prima o poi doveva finire, arrivate a una certa età. È un lavoro molto impegnativo, dalle sei e mezzo del mattino alle sette e mezzo di sera, con molte domeniche. Pensiamo di aver lasciato qualcosa di particolare, eravamo una famiglia così e avevamo un’organizzazione irripetibile. In un’impresa del genere, o c’è una squadra familiare o non ce la fai. Non potevamo metterci a insegnare il mestiere ad altri. L’amarezza c’è: incontrerò sempre persone che mi domanderanno il perché... Ci resta la soddisfazione di tutti i clienti che ti dicevano: siete un posto unico, che non si trova da nessun’altra parte, ma che bello venire da voi».

Anche Giulia Tasin garantisce: «Siamo stati contattati dalle grandi firme per cedere l’attività, ma non diventeremo un altro negozio di catena?». Tanti anni fa Marco Tasin - che continua la sua attività di produttore di cartoleria di classe con la società Akena - si era inventato «Soggetti», negozio di oggetti unici artigianali su un angolo di piazza Duomo. Chissà che cosa s’inventerà stavolta. Però intanto la Rivisteria muore, nessuno la rimpiazzerà. Per Marie Claire Idées e le altre riviste hobbystiche francesi femminili - fiore all’occhiello della Rivisteria - bisognerà volare a Parigi... Senza voler fare i nostalgici, dal 1° novembre - senza la Rivisteria - Trento sarà un po’ più piccola, un po’ più provinciale.

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