Interporto, manovre societarie e partite immobiliari-urbanistiche

di Domenico Sartori

Si sta giocando una partita immobiliar-urbanistica, oltre che societaria, in zona interporto. Da Interbrennero spa (per conto della controllata Interporto Servizi spa, che ha in gestione gli immobili e degli operatori economici coinvolti) è stata indirizzata al Comune di Trento la richiesta di allentare i vincoli urbanistici sull'area, «figli» della progettazione di fine anni Novanta.

Sul fronte societario, la strada è indicata e condivisa anche dall'amministrazione comunale di Trento è un futuro, per l'interporto strettamente collegato all'autostrada del Brennero. In concreto, l'operazione prevede l'uscita degli entri pubblici soci di Interbrennero spa (la società di gestione dell'interporto): della Provincia di Trento, socio di riferimento con il 62,92% delle azioni, della Regione Trentino-Alto Adige (10,56%), della Provincia di Bolzano 10,56% e via elencando. Compreso il Comune di Trento, che di Interbrennero possiede l'1,93% delle azioni (per un valore di 267 mila euro). 

«Sì» conferma l'assessore alle attività economiche Roberto Stanchina, che ha rappresentato il Comune nell'assemblea di Interbrennero il 23 giugno scorso «il futuro non può che essere che quello di una gestione dell'interporto integrata con l'A22. L'obiettivo è sviluppare sempre più i servizi di RoLa (Tir trasportati via ferrovia, ndr), e a maggior ragione, per avere una gestione più efficace e diretta, serve che Interbrennero entri nella galassia di Autobrennero: nessuno meglio dell'A22, che già si occupa di ferrovia, potrà gestire al meglio l'interporto».

«Come Comune di Trento -aggiunge - dobbiamo in ogni caso uscire: Interbrennero è una società in perdita da tre anni. In occasione dell'ultima assemblea, ho chiesto a Duiella (presidente sia di Autobrennero che di Interbrennero, ndr) se A22 fosse interessata a rilevare la nostra quota. La risposta è stata: nessuno acquista azioni di una società in perdita... Ma» aggiunge l'assessore «il problema è politico, è quello di programmare lo sviluppo dell'interporto. Per questo, quando A22 sarà una società in-house (completamente pubblica, ndr), sarà necessaria la fusione con Interbrennero»

Sul fronte urbanistico nella zona, il primo lotto coinvolto è il «lotto 7» che in Prg ha destinazione «D6a1 - zone commerciali di nuovo impianto speciali». Nella sostanza, commercio all'ingrosso e, in parte (limite del 25%) al dettaglio, più servizi generali connessi all'interscambio delle merci. Oltre 7 ettari suddivisi tra quattro principali proprietari: Premetal (famiglia Pedri), Immobiliare Spar (famiglia Rangoni), Metro srl (immobiliarista Angelo Pallaoro) e, da fine giugno, Patrimonio del Trentino spa (la società che gestisce gli immobili della Provincia).

Patrimonio del Trentino ha acquisito la fascia più a nord del lotto, poco più di 16 mila mq, da Interbrennero Servizi spa (posseduta da Interbrennero e da La Finanziaria Trentina spa) per 3,35 milioni di euro. Un'operazione, quest'ultima, che ha permesso di risananare i conti di Interbrennero (vedi l'Adige di ieri, ndr). «Patrimonio» è ora chiamatata a «valorizzare» quella fascia già urbanizzata, a differenza delle altre tre, in gran parte ancora coltivate. Si sono fatti avanti, per insediarsi in zona, Coster spa, interessata a realizzarvi un centro logistico unico per il gruppo. Ma pure Blue City srl, la ditta di autotrasporti che fa capo a Daniele Sontacchi ed è oggi insediata a Spini di Gardolo.

Spazi troppo stretti per un'azienda in crescita (lo scorso settembre ha festeggiato trent'anni di attività) e che, con oltre 22 milioni di fatturato e un centinaio di mezzi in movimento, ha in mano la logistica del freddo del Gruppo Poli. Lì, sull'area ora di «Patrimonio», Blue City potrebbe realizzare il nuovo magazzino per lo stoccaggio del freddo. La trattativa è aperta: o «Patrimonio» costruisce, quindi concede in locazione; o, via più rapida, si tiene il diritto di superficie e concede al privato di edificare.

Altra trattativa è in corso per i lotti più a valle (Rangoni e Pedri), in questo caso per l'insediamento di una multinazione della distribuzione.

C'è però un grande limite: per il rilascio delle concessioni edilizie, il Prg impone l'approvazione di un piano attuativo a fini generali esteso a tutta l'area. Di fatto, i proprietari devono mettersi d'accordo. Improbabile. Ma, soprattutto, rispetto al 1999, sono completamente cambiate le condizioni del mercato immobiliare. E dopo che, in zona, è sfumata l'ipotesi di insediare il parco logistico di Ikea, è praticamente impossibile trovare un unico acquirente.

Per questo al Comune di Trento è chiesto di «allentare» il vincolo urbanistico sul lotto 7 (ma pure sugli altri lotti, edificati, e limitati nello sviluppo da destinazioni rigide).

Dice l'assessore all'urbanistica Paolo Biasioli: «Certo, rispetto al 1999, le cose sono cambiate. Stiamo valutando le richieste negli uffici tecnici, poi saranno la Commissione urbanistica e il Consiglio comunale a pronunciarsi. Una decisione sarà presa nell'ambito del piano commerciale per le grandi aree, che dobbiamo approvare entro la fine dell'anno. Credo che, riconosciuto che un piano unitario su tutto il lotto 7 è di difficile realizzazione, non si debba perà rinunciare ad un disegno di massima unitario, su viabilità e distribuzione degli spazio, che è cosa diversa da lasciare mano libera. Ne abbiamo parlato in Giunta. Ricordo anche che bisogna fare i conti con il Pup, il Piano urbanistico provinciale».

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