Grande emozione a Mattarello per l'ultimo saluto a Enrico Tomassini

Grande emozione, oggi pomeriggio, nella caserma dei vigili del fuoco di Mattarello, per l’ultimo saluto a Enrico Tomassini, 59 anni, scomparso improvvisamente sabato scorso, probabilmente per un aneurisma, mentre era in osservazione al Santa Chiara.
La morte di Enrico ha suscitato vasto cordoglio ad Aldeno, ove era occupato come geometra presso il Comune, e a Mattarello ove risiedeva con la moglie Roberta e i figli Marco ed Andrea e dove, vent’anni fa, nel 1995, era entrato nel corpo dei pompieri divenendone vicecomandante e, da alcuni anni, istruttore degli allievi.

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Una bella figura, apprezzata per la sua amabilità e disponibilità, che i colleghi di Mattarello ricordano con commosse parole: «Enri, sei stato per generazioni di noi fratello, amico, padre. Uniti dalla passione che scorre in ognuno di noi e che ad ogni intervento ci fa battere il cuore. La tua forza, il tuo coraggio, il tuo sorriso sono stati un esempio per tutti. Enri, il vigile che scalava la montagna con le manichette sottobraccio per andare a spegnere il fuoco sulla cima, incurante della fatica e del dolore. Enri, che in bicicletta percorreva più volte al giorno la strada che lo separava da casa ad Aldeno, suo luogo di lavoro. In quanti ti abbiamo visto, ti abbiamo incrociato e salutato e con un pizzico di invidia abbiamo pensato: “Che forza il nostro Enri!”».

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Grazie alla sua passione e alle sue eccezionali capacità comunicative come responsabile allievi, Enrico Tomassini seppe creare nei ragazzi «un rapporto di fratellanza che va oltre il senso del dovere dei vigili del fuoco, insegnando che fare parte del nostro corpo significa appartenere ad una grande famiglia. Quando parliamo loro di te è difficile non avvertire ammirazione e affetto, sentimenti nati grazie alla tua bontà d’animo e alla tua capacità di farli sentire a proprio agio in ogni situazione. Mancherà loro la tua incredibile voglia di vivere e la gioia che trasmettevi nei momenti trascorsi insieme».

Una figura esemplare che fa dire ai colleghi: «Il tuo ricordo ci incoraggerà ad insegnare alle nuove generazioni i valori che ci hai tramandato, fiduciosi che se i giovani seguiranno il tuo esempio, non avremmo formato solo dei vigili migliori, ma anche degli adulti responsabili ed onesti». E concludono: «Ora davanti al tuo armadietto c’è una composizione di fiori. Li abbiamo voluti rossi. Rosso un colore di vita, il nostro colore. Perché così sarai per sempre vivo in mezzo a noi, con noi, per noi, nei nostri cuori. Siamo in debito con te, Enri, rimani la nostra roccia».

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