Bindesi, rifugio versione «bio»

di Lorenzo Basso

Dopo qualche mese di chiusura, ed un risanamento generale dei locali, il rifugio dei Bindesi è pronto per tornare ad ospitare amanti dell'escursionismo e della cucina tipica trentina, con una gestione completamente rinnovata. Nella mattina di ieri, la direzione provinciale della Sat, assieme a quella della sezione di Villazzano, ha consegnato le chiavi ai nuovi gestori, tre giovani con alle spalle qualche anno di esperienza nel mondo della ristorazione: Federico Webber , Fabio Bortolotti e Ilaria Valenti . A loro spetterà, dal prossimo primo marzo, il compito di mantenere aperta una struttura storica collocata in un luogo di particolare pregio paesaggistico sulla prima fascia alpina di Trento. Alla cerimonia ufficiale, a cui è seguita una breve festa, hanno preso parte diversi esponenti della comunità locale, che da tempo avevano espresso preoccupazione per la chiusura del rifugio, diventato negli anni un vero e proprio punto di ritrovo per molti trentini.


I tre nuovi gestori, tutti in età compresa tra i 30 ed i 35 anni, sono stati selezionati da un bando di gara pubblico che prendeva in considerazione, tra le altre cose, l'età, la dimensione famigliare della conduzione e l'offerta culinaria e aggregativa proposta. «Fin da subito - spiega Federico Weber, senza celare il grande entusiasmo per l'imminente apertura dei locali al pubblico - vogliamo che il rifugio torni ad essere una meta privilegiata dei trentini, un luogo dove si viene a mangiare, ma anche per iniziare un'escursione in montagna oppure quale punto d'arrivo per una tranquilla passeggiata quotidiana. Insomma, il nostro obbiettivo è rendere il rifugio una struttura viva e aperta alla comunità».


Amici di lunghissima data, Federico, Fabio e Ilaria (marito e moglie) hanno deciso di intraprendere l'impegno di gestire, con l'aiuto di qualche familiare, il rifugio in un momento particolarmente difficile per il mercato lavorativo. Come infatti spiega il presidente della sezione della Sat di Villazzano, Paolo Visconti, nella procedura di affidamento avviata dalla Sat, proprietaria dell'edificio dalla sua costruzione (nel 1956), ha avuto un certo peso anche la possibilità di dare una professione stabile a giovani del posto: «Nei criteri di selezione, abbiamo tenuto conto di diversi fattori, tra cui, assieme alla preparazione professionale, la situazione lavorativa dei candidati al momento della presentazione della domanda».


I tre nuovi gestori hanno le idee chiare su quella che sarà l'offerta culinaria del rifugio. «Abbiamo previsto un menù variabile - anticipa Weber, ai fornelli dal padre Paolo - a seconda della stagione, privilegiando la produzione biologica trentina. La cucina sarà incentrata sulla semplicità, con una proposta ampia e variegata».

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