Autonomia a rischio, Los von Rom

«Ben venga l'autodeterminazione e ben venga "Los von Rom" se cercheranno ancora di attaccare l'Autonomia. Vogliono farci pagare i debiti di chi non lavora». L'ha detto ieri il capo degli Schützen trentini, Paolo Dalprà, che ha aggiunto: «Siano pronti a tutto per difendere il nostro territorio».I tuoi commenti

di Giuseppe Fin

 

«Ben venga l'autodeterminazione e ben venga «Los von Rom» se cercheranno ancora di attaccare la nostra Autonomia». Rabbia da parte degli Schützen trentini ieri mattina nel corso del convegno «La fortezza di Trento cent'anni fa, allo scoppio della Grande Guerra 1914 - 1918. Attualità, Euroregione e Schützen», promosso dalla prima Schützenkompanie «Kaiser Maximilian I». A parlare di «Autonomia a rischio» è stato il comandante provinciale, Paolo Dalprà che ha ribadito come gli Schützen siano «pronti a tutto» per difendere il proprio territorio. «Tutte le associazioni - ha affermato il Landeskommandant Dalprà - devono essere unite nella difesa del territorio in nome dei nostri soldati che combatterono e in nome della serietà e dell'impegno che ci ha portato oggi ad avere la nostra Autonomia di cui siamo fieri e orgogliosi. Roma sta cercando di privarci del nostro patrimonio finanziario, storico e cultuale».


Per gli Schützen gli attacchi all'Autonomia devono finire e per fare questo serve diffondere cultura e far conoscere la storia del Trentino e del Tirolo. «Vogliamo far capire alla gente - ha spiegato il comandante provinciale degli Schützen - che abbiamo una nostra storia che deve essere salvaguardata. Non va bene che da una parte ci siano persone che con serietà e dedizione lavorano per la nostra terra e dall'altra ci sia invece chi non fa il proprio dovere e vuole privarci delle risorse e addirittura dell'autonomia per coprire i debiti di chi sta con le braccia conserte». Dalprà ha lanciato anche un monito affermando che le compagnie degli Schützen «se serve sono pronte a tutto per far rispettare i sacrifici che i nostri avi hanno fatto per anni».


Il convegno che si è tenuto ieri mattina è stato promosso per approfondire e parlare delle fortificazioni che sono presenti su tutto il territorio costruite con manodopera locale per difendere la città di Trento durante la Grande Guerra. Strutture che, denunciano ancora gli Schützen, sono abbandonate a se stesse ma che potrebbero diventare importanti punti di memoria e di interesse turistico. «Su tutto il territorio ne sono presenti una decina e oltre alla loro valenza storica - ha spiegato ieri Roberto Feller, nuovo Hauptmann della Compagnia degli Schützen di Trento - potrebbero diventare una risorsa economica per il turismo». Proprio per questo, da parte degli Schützen, è arrivato un chiaro «no» alla riqualificazione delle caserme alle Viote del Bondone per la loro trasformazione in un resort che andrebbe a costare 36 milioni di euro. «Queste caserme - ha spiegato Feller - hanno una importante valenza storica che non può essere dimenticata per costruire un resort. Siamo contro la loro riconversione e favorevoli invece ad una loro sistemazione affinché diventino luogo di memoria e anche attrazione turistica». Un discorso, questo, che riguarda anche l'ex Casino da Bersaglio che si trova all'inizio di corso Buonarroti. «Abbiamo chiesto una sua ristrutturazione - è stato spiegato - ma servono troppi soldi».


Una mattina, quella di ieri, nella quale gli Schützen non hanno mancato nell'esprimere la propria amarezza per la non presenza del sindaco di Trento Alessandro Andreatta, impegnato negli stessi orari alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre in via Belenzani. «Nella nostra manifestazione di oggi - ha spiegato il comandante della compagnia «Kaiser Maximilian I» - doveva esserci anche il sindaco ma non ha voluto. Difficoltà questa che si unisce ad altre nell'organizzare i nostri eventi perché c'è poca informazione e perché non viene insegnata la storia a scuola, quella vera del Trentino e del Tirolo. Sul territorio c'è ancora una mentalità del retaggio fascista che voleva fare tabula rasa della storia tirolese e quindi della storia di Trento». Nel primo pomeriggio gli Schützen hanno deposto una corona alla memoria dei caduti austro - ungarici alla lapide di via Belenzani e una seconda corona all'arca monumentale presente nel cimitero di Trento.

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