«Altri 5 anni sindaco poi basta con la politica»

 «Avevo già dato la mia disponibilità e ora la confermo. Poi saranno i partiti della coalizione a trovarsi e ad indicare il nome del candidato sindaco di Trento». A nove mesi dalle prossime elezioni comunali e prima di prendersi qualche giorno di riposo ferragostano Alessandro Andreatta scioglie le riserve e si ricandida a guidare la città per i prossimi cinque anni I tuoi commenti

di Daniele Battistel

Andreatta«Avevo già dato la mia disponibilità e ora la confermo. Poi saranno i partiti della coalizione a trovarsi e ad indicare il nome del candidato sindaco».
A nove mesi dalle prossime elezioni comunali e prima di prendersi qualche giorno di riposo ferragostano Alessandro Andreatta scioglie le riserve e si ricandida a guidare la città per i prossimi cinque anni.
 
Lei sei anni fa è stato il primo sindaco di Trento a doversi sottoporre al viatico delle primarie. Ritiene che i partiti della coalizione la obbligheranno nuovamente a sfidare altri esponenti del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco?
Questo bisogna chiederlo ai partiti, anche se a me sembrerebbe che per un sindaco in carica che si ripresenta non servano, se si ritiene che abbia lavorato bene. Piuttosto userei il tempo necessario all'organizzazione delle primarie per lavorare approfonditamente sul nuovo programma.
 
Tra quattro anni la vedremo fare la stessa mossa fatta dagli ultimi due suoi predecessori, Dellai e Pacher, cioè abbandonare la nave a fine corsa per fare il salto in Provincia?
L'ho sempre escluso e sono pronto a metterlo per iscritto. Sinceramente non credo che eventuali responsabilità in una realtà amministrativa sovraordinata siano più appetibili di quello che sto facendo ora. Per me non è assolutamente così. Credo che in politica ognuno di noi debba mettersi a disposizione per quello che sente nelle sue corde. Io, anche perché non ho iniziato a fare politica giovanissimo bensì a 38 anni, se dovessi venir confermato, chiuderei al termine della prossima consigliatura. E va bene così.
 
Con la riforma del Senato il Trentino dovrà mandare a Roma anche un sindaco. Lei, primo cittadino del capoluogo, potrebbe essere il nome più forte.
Ho già dichiarato che sono contrario al doppio impegno. Credo che un sindaco debba impegnare tutto se stesso per la propria comunità. E se lo fa bene non ha tempo per altro: c'è da fare tutto il giorno, non solo dal lunedì al venerdì. Quasi sempre sono impegnato anche nel week end perché ho percepito che la gente ha desiderio di vedere e di scambiare quattro parole con il sindaco. Anzi, queste occasioni mi confermano l'idea che la politica, per fortuna, è ancora soprattutto relazioni.

Nel frattempo si avvia a concludere gli ultimi mesi di una consigliatura lunga (6 anni) e decisamente difficile, almeno dal punto di vista finanziario.
Penso che nessuno possa smentire il fatto che gli ultimi tre anni siano stati i più difficili del Comune da tanto tempo. Faccio sempre questo esempio: nel 2009 avevamo a bilancio 69 milioni per gli investimenti; nel 2015 ne avremo al massimo 23.
 
Attenzione, potrebbe suonare come una giustificazione.
No, il bilancio finanziario è difficile da far pareggiare, ma devo dire che in questa situazione ho avuto la soddisfazione di vedere una città che ha capito il momento e che sta rispondendo bene. Pur nelle difficoltà Trento è ancora una città accogliente, laboriosa, che ha imparato ad essere sobria e che continua ad essere solidale. Non è poco.
 
La sua giunta ha ancora pochi mesi a disposizione, ma tante azioni da portare a termine.
Guardi, nell'incontro di maggioranza a fine marzo avevamo stilato un elenco di 12 punti. Arriveremo a completarlo, dal piano sociale al potenziamento notturno della polizia locale, dall'adesione al distretto famiglia all'elaborazione del piano per l'energia sostenibile, ai cantieri. Ma tra le cose che vorrei sottolineare c'è anche lo studio sulle aree agricole e la sistemazione dei due campi di rugby e baseball che potranno essere utilizzati rispettivamente anche per football americano e cricket.
 
Tanto attesa è la regolamentazione della Ztl.
Credo che per ottobre sarà pronta l'ordinanza. Cambieremo le regole dei permessi per il centro storico per limitare gli accessi e poi disciplineremo lo strumento dei varchi elettronici. Seguirà poi l'estensione della Ztl a Santa Maria e alla zona di via Galilei e via Roggia Grande.
 
C'è poi tutta la partita della «riforma istituzionale» di Consiglio e circoscrizioni che attende da anni.
Credo che per quanto riguarda la revisione dello Statuto comunale e del regolamento si possa andare in aula già a settembre. La bozza è già stata licenziata dai capigruppo e va nella direzione di dare qualche competenza in più al Consiglio in termini di progetti da approvare, e di stabilire tempi un po' più ridotti per i dibattiti. Per quanto riguarda le circoscrizioni, mi rendo conto che portare a casa la riforma non è facile, però ritengo giusto provarci.
 
Come vorrebbe le circoscrizioni del futuro?
Un po' come se le immaginano tutti: con un ruolo di proposta e partecipazione. Mi sembra davvero inutile sottoporre ai consiglieri delle circoscrizioni pareri, regolamenti e delibere su cui per forza di cose non possono essere preparati.
 
Che ne pensa del braccio di ferro tra Provincia e Stato sui rapporti finanziari?
Per le autonomie questo non è un bel momento. Io dico che noi dobbiamo assolutamente difendere le nostre prerogative ma con senso di responsabilità e ricordandoci che siamo all'interno di un sistema. Spero non si arrivi mai al ricatto e dico che questo è il momento di investire.
 
In che senso?
Bisogna dedicare più tempo, più energie e più uomini a Roma per stringere un buon accordo, ben consci che il chiuderci a riccio dentro la nostra autonomia in questo momento è pericoloso.

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