Falsifica le ore di guida Nei guai un istruttore

Delle quattro ore di guida obbligatorie in orario notturno e in autostrada non ne avrebbero fatta neppure una. Una dozzina di ex allievi di un'autoscuola cittadina, sentiti dalla polizia stradale, hanno dichiarato di essersi esercitati al volante solamente lungo le strade del capoluogo e alla luce del giorno. Il titolare della scuola guida a cui erano iscritti è quindi finito a processo

di Marica Viganò

tribunaleTRENTO - Delle quattro ore di guida obbligatorie in orario notturno e in autostrada non ne avrebbero fatta neppure una. Una dozzina di ex allievi di un'autoscuola cittadina, sentiti dalla polizia stradale, hanno dichiarato di essersi esercitati al volante solamente lungo le strade del capoluogo e alla luce del giorno. Il titolare della scuola guida a cui erano iscritti è quindi finito a processo: gli si contesta di aver compilato false certificazioni amministrative per attestare le esercitazioni obbligatorie, delle quali gli allievi erano all'oscuro. Secondo quanto previsto dalla normativa in vigore dall'aprile 2012, per conseguire la patente B tutti i candidati, anche i privatisti, devono presentare un attestato di frequenza - rilasciato da una scuola autorizzata - che certifichi almeno due ore di guida in condizioni di visione notturna, due di guida su strade urbane, due di guida su autostrade o su strade extraurbane (superando i 50 km orari ed utilizzando la quinta marcia).


I certificati degli allievi erano arrivati perfettamente compilati alla Motorizzazione civile, ma dai controlli incrociati organizzati con il nucleo di pg della polizia stradale di Trento è emersa qualche incongruenza: nessuna delle macchine della scuola guida, infatti, era mai stata incrociata nelle ore notturne dalla pattuglia.


I controlli hanno riguardato il periodo giugno 2013-ottobre 2013 ed i ragazzi sentiti come testimoni dalla polizia stradale erano all'oscuro delle false certificazioni: il titolare della scuola, nonché istruttore, aveva compilato le carte senza neppure informarli delle ore di esercitazioni obbligatorie. Data la loro estraneità ai fatti, gli ispettori della Motorizzazione non hanno né sospeso temporaneamente né messo in dubbio la validità della patente da loro conseguita. Al contrario, le ripercussioni sono state pesanti per il titolare della scuola guida, che nella primavera scorsa ha dovuto chiudere l'attività per alcune settimane.


Ora inizia la parte penale della vicenda, con l'uomo accusato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. L'udienza, davanti al giudice Guglielmo Avolio, è stata rinviata al prossimo dicembre per la richiesta di messa alla prova. Se il progetto educativo e di riabilitazione verrà accettato, per l'imputato, difeso dagli avvocati Alberto Cunaccia e Andrea Forti Serraglio, si aprirebbe la strada verso la sospensione del processo e, se l'esito del percorso sarà favorevole, si andrà verso l'estinzione del reato.


I controlli della polizia stradale sul corretto operato delle scuole guida prosegue, sempre in stretta collaborazione con la Motorizzazione Civile. Così come continuano gli accertamenti degli investigatori della polizia giudiziaria, coordinati dall'ispettore Roberto Ferrais, in sede di esami. In un blitz in borghese, nel marzo scorso, gli investigatori scoprirono uno straniero che stava compilando i quiz con l'auricolare: autorizzato all'uso di  una cuffia per poter sentire la traduzione delle domande, era riuscito a nascondere un auricolare a cui era collegato un amico che suggeriva le risposte.  

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