Terremoto in Cile, emigrati trentini salvi

Un grande spavento, l'allarme per il possibile arrivo dal mare di uno tsunami, ma per fortuna nessun danno concreto per la delegazione della Trentini nel mondo in visita in questi giorni ai circoli presenti in Cile, a seguito del terremoto dell'altra notte. Mancavano pochi minuti alle 21 di martedì (l'alba di mercoledì in Italia) quando il nord del Cile è stato investito da una violenta scossa di magnitudo 8.2

cile terremotoUn grande spavento, l'allarme per il possibile arrivo dal mare di uno tsunami, ma per fortuna nessun danno concreto per la delegazione della Trentini nel mondo in visita in questi giorni ai circoli presenti in Cile, a seguito del terremoto dell'altra notte. Mancavano pochi minuti alle 21 di martedì (l'alba di mercoledì in Italia) quando il nord del Cile è stato investito da una violenta scossa di magnitudo 8.2.
 
«Eravamo a cena in un ristorante di La Serena, nel sud del Paese, a circa mille chilometri dall'epicentro - spiega la direttrice della Trentini nel mondo, Anna Lanfranchi - Subito ci è stato chiesto di lasciare la sala e allontanarci perché si temeva l'arrivo di uno tsunami. Per fortuna è andato tutto bene». Nessun danno - a quanto è dato a sapere - per i tre circoli dell'associazione né per i trentini d'origine che abitano oggi in Cile. «Il circolo più vicino - prosegue Lanfranchi - dista circa 600 chilometri dall'epicentro ed ha avuto soltanto l'allerta Tsunami».
 
Le autorità cilene hanno comunque subito chiesto l'evacuazione preventiva della popolazione su tutta la costa del paese, lunga circa 4.300 chilometri: la scossa è stata infatti molto violenta e tanto che anche il Perù e l'Ecuador hanno subito diffuso a loro volta un'allarme tsunami sulle coste del Pacifico, poi parzialmente rientrato. Secondo dati del governo, in Cile le onde più alte (poco più di 2 metri) sono arrivate ad Iquique, 1.800 km a nord di Santiago, dove d'altra parte due persone sono morte, una per infarto e la seconda per motivi ancora non chiariti.
 
«Il terremoto - conclude Lanfranchi - ha provocato un numero limitato di vittime, ma danni piuttosto ingenti».

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