«Serve un cda unico per i musei trentini»

Occorre dare una nuovo modello di governo al sistema museale del Trentino avviando un processo certamente graduale, ma che porti alla costituzione di un unico consiglio di amministrazione dei vari poli espositivi provinciali. Quale sarà il futuro dei musei trentini l'ha delineato ieri alla quinta commissione del Consiglio provinciale (presieduta da Lucia Maestri) l'assessore alla cultura Tiziano Mellarini. L'obiettivo è centralizzare la gestione amministrativa di tutte le strutture espositive, mentre la Provincia si assumerà fino in fondo la responsabilità della regia politica del settore

Occorre dare una nuovo modello di governo al sistema museale del Trentino avviando un processo certamente graduale, ma che porti alla costituzione di un unico consiglio di amministrazione dei vari poli espositivi provinciali.
Quale sarà il futuro dei musei trentini l'ha delineato ieri alla quinta commissione del Consiglio provinciale (presieduta da Lucia Maestri) l'assessore alla cultura Tiziano Mellarini. L'obiettivo è centralizzare la gestione amministrativa di tutte le strutture espositive, mentre la Provincia si assumerà fino in fondo la responsabilità della regia politica del settore attraverso un tavolo di coordinamento permanente dei direttori affidato al nuovo responsabile del dipartimento, Sergio Bettotti.
 

Gestione centralizzata
Nella sua premessa Mellarini ha spiegato che «la cultura deve diventare per il Trentino uno dei motori dell'economia». In funzione di questo obiettivo occorre, secondo l'assessore, una strategia che valorizzi maggiormente il patrimonio culturale e la ricca identità del nostro territorio. Purché in un'ottica di apertura internazionale attraverso un raccordo organico con il marketing turistico, per dare al Trentino la capacità attrattiva che merita e ai nostri giovani nuove opportunità di lavoro.
In secondo luogo per l'assessore «è necessaria una strategia di razionalizzazione dei costi strutturali e di gestione del comparto cultura». La situazione finanziaria della Provincia spinge verso la centralizzazione dei costi di gestione. «Questa - ha spiegato - è una scelta che entro il 2014 dovrà trovare non solo avvio ma anche attuazione. Ancora non sappiamo quali risorse ci metterà a disposizione il bilancio provinciale, ma su quella base decideremo le azioni da intraprendere per quanto riguarda sia i musei che le altre strutture culturali».
Piuttosto cauta sulla gestione unitaria dei musei la presidente della commissione (ed ex assessore alla cultura del Comune di Trento) Lucia Maestri: «Non - ha detto - purché sia la politica a dettare gli indirizzi e non uno studio Deloitte».
 

Distretto culturale .
Le linee guida strategiche del comparto presentano, per altro, anche molte altre novità, tra cui l'estensione ad altre aree del territorio provinciale del modello del «distretto culturale» unitario già prefigurato tra le città di Trento e Rovereto, a partire dall'Alto Garda, dalle valli del Noce per continuare con la Magnifica comunità Valle di Fiemme e la Val di Fassa. Distretti che entreranno in una rete per una promozione unitaria. «Non possiamo più permetterci una promozione spezzatino: la cultura del Trentino va promossa unitariamente con una strategia di marketing che dia al sistema la visibilità necessaria per diventare fattore sviluppo economico. La regia rimarrà in capo all'assessorato alla cultura».
 

Palazzo delle Albere .
Secondo Mellarini, dovrà rientrare nella pianificazione generale riguardante i castelli e i musei. «Se lo stadio verrà collocato altrove - ha detto Mellarini -, allora questa zona potrà diventare una cittadella della cultura. Oggi occorre pensare a un ridisegno complessivo che potrebbe coinvolgere anche il cimitero».

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