Ai consiglieri 90 milioni Tagli dal 2015 in poi

Ci sono dei casi che faranno sicuramente gridare allo scandalo, come quello della «pasionaria» Eva Klotz, ma non è che il risultato della riforma dei vitalizi varata dal Consiglio regionale due anni fa e che, a regime, dovrebbe garantire cospicui risparmi. Almeno nelle intenzioni. Di sicuro, per ora, ci sono i costi: 90 milioni di euro, intanto, per restituire ai consiglieri, che dovranno «accontentarsi» di un vitalizio di 2.800 euro, i contributi versati in eccesso. Parte dei quali verranno versati cash, parte invece al fondo Family di Pensplan

di Angelo Conte

La riforma dei vitalizi varata dal Consiglio regionale due anni fa inizia a prendere corpo. I risparmi promessi a regime (4 milioni circa sui 12,5 di esborsi annui in pensioni per i politici) inizieranno a farsi sentire dal 2015. Per ora, la Regione conta di versare in totale 90 milioni di euro agli ex consiglieri con il vitalizio superiore ai 2.800 euro e a chi ha maturato i requisiti per ottenere appunto la nuova misura del vitalizio (i 2.800 euro netti) ed era presente in consiglio. Perché? Per il fatto che, per considerare quanto versato effettivamente dai consiglieri in eccedenza rispetto a quanto sarebbe stato necessario per ottenere i 2.800 euro netti di pensione (pari al 30,4% dell'indennità complessiva), la riforma, una tantum, restituisce di fatto in parte in forma di liquidità immediata e in parte sotto forma di versamento al fondo Family di Pensplan, i contributi per così dire in eccesso. Il calcolo viene effettuato sulla base del regolamento che considera sia il numero di legislature effettuate sia il sesso sia l'età di chi deve percepire il monte contributi in eccesso. Per ora sono tornati nelle tasche dei consiglieri che hanno maturato i requisiti e di quelli che già con il vitalizio se lo sono abbassato a 2.800 euro circa 40 milioni di euro (oltre 310.000 euro in media per ciascun beneficiario). I restanti 50 milioni di euro vanno a costituire il fondo previdenziale Family fond e saranno restituiti dal 2018 in poi al 25% per ciascuno dei quattro anni successivi.
Togliendo gli 8 milioni di euro circa che vanno nei vitalizi vecchi e nuovi bloccati a 2.800 euro, di fatto ai 130 beneficiari (consiglieri ed ex che hanno maturato i requisiti entro la fine della XIV legislatura e ex con vitalizi oltre quella cifra che hanno accettato la riduzione) da qui alla fine del 2019 andranno circa 82 milioni di euro, ovvero circa 635.000 euro medi oltre all'assegno da 2.800 euro netti al mese.
«In realtà - afferma Diego Moltrer - si applica quanto previsto dalla legge del 2012, con i soldi che sono già stati liquidati in gran parte agli ex consiglieri e che erano legati alle trattenute e ai fondi pensione. Riguardava i vitalizi che, adesso, con la XV legislatura non ci sono più». Viene maturata in ogni caso una pensione che è collegata a quanto si versa. «Si accantona un fondo pensione di 800 euro lordi al mese per una legislatura dopo i 65 anni, mentre con due legislature la cifra lorda sale a circa 1.600 euro mensili che può essere liquidata invece che dopo 65 anni, dopo i 60 anni».
Dal 2015 in poi, dopo la liquidazione dei 90 milioni di euro «soldi di cui i consiglieri avevano diritto» sottolinea Moltrer, si dovrebbe assistere a una riduzione importante della spesa annua per i vitalizi. Ciò per il fatto che i 2.800 euro netti contro cifre molto più elevate erogate in precedenza riguardano circa 130 persone e una spesa che dovrebbe essere di circa 8 milioni di euro contro i 12,5 milioni di euro precedenti.
«Sottolineo - spiega ancora Moltrer - che non è che dobbiamo liquidarli come Regione: sono soldi che sono stati assegnati in parte alla fine della scorsa legislatura».
Tra gli esempi di quanto torna ai consiglieri in base ai contributi versati, ci sarebbe il milione di euro alla pasionaria Eva Klotz (400.000 euro sul conto e 710.000 euro nel fondo Family) o gli 855.000 euro a Luis Durnwalder (500.000 per il fondo Family e 355.000 come capitalizzazione del diritto alla pensione legato ai versamenti effettuati nei 40 anni di presenza in consiglio provinciale a Bolzano).

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