Rogger, il ricordo di Daria De Pretis

Monsignor Iginio Rogger era conosciuto e stimato anche all'Università di Trento. In tanti ricordano soprattutto la cerimonia del 12 aprile 2006 quando gli venne conferita la laurea honoris causa in Giurisprudenza

Monsignor Iginio Rogger era conosciuto e stimato anche all'Università di Trento. In tanti ricordano soprattutto la cerimonia del 12 aprile 2006 quando gli venne conferita la laurea honoris causa in Giurisprudenza.
"In margine al caso Simonino di Trento. Aspetti istituzionali e morali della questione" fu il titolo della lectio magistralis che il sacerdote tenne con la passione e la vivacità che lo contraddistinguevano, nonostante avesse a quel tempo già 86 anni compiuti. «Guardando a quella che è stata l'intera vicenda del Simonino e del suo culto - affermò monsignor Rogger al termine della sua lezione, come un monito alle giovani generazioni - torna oggi spontaneo riferirsi ad una sentenza dell'antica Scolastica che diceva pressappoco così: "Ex absurdo sequitur quodlibet. Ex bono non nisi bonum. Da un assurdo, può venir di tutto. Dal bene invece solo del bene"».
Nell'aprire la cerimonia l'allora rettore Davide Bassi aveva sottolineato come la laurea honoris causa a monsignor Rogger fosse «anche un riconoscimento del lavoro che egli, come religioso, come studioso e come persona, ha fatto per il bene della comunità e per la sua apertura a livello internazionale».
Diego Quaglioni, professore ordinario di Storia del diritto medievale e moderno, nella laudatio, aveva detto: «Ho l'onore di illustrare la figura del professor Iginio Rogger, per mostrare che i suoi meriti di studioso e di uomo di sapere, di autore e promotore di studi e di attività di ricerca in un lungo e ininterrotto colloquio con la cultura mitteleuropea, giustificano perfettamente il conferimento di una laurea honoris causa in una Università operante in un contesto di forte autonomia, pluralismo culturale e vocazione storica alle relazioni transnazionali».
In prima fila - tra le autorità - c'era l'ex rettore Fabio Ferrari, che poi salutò calorosamente monsignor Rogger con il quale aveva condiviso tanti progetti e trepidazioni degli inizi dell'Università di Trento e dell'Istituto Trentino di Cultura (ora Fondazione Bruno Kessler). Iginio Rogger aveva - tra l'altro - dato un impulso determinante alla creazione dell'Istituto di scienze religiose, di cui era stato poi per oltre vent'anni direttore (fino al 1997).
Alla cerimonia per la laurea honoris causa era presente anche la professoressa Daria de Pretis, oggi rettrice dell'Università di Trento. «Ricordo molto bene quella giornata» commenta. «Ripensando a monsignor Rogger - osserva Daria de Pretis -, alla sua profonda cultura, alla sete inesauribile di sapere, alla passione per lo studio, al carisma, al respiro europeo, lo associo a uno degli umanisti cosmopoliti del Cinquecento come Erasmo da Rotterdam. Anche in lui la fede avanzava insieme alla ragione, aveva una coscienza libera e critica, uno spirito innovatore, era attento ai mutamenti della società, cercava il dialogo tra posizioni diverse». Quindi un pensiero ai rapporti tra Università e Fondazione Bruno Kessler. «Figure come monsignor Rogger, come il professor Ferrari, che hanno posto le basi per la dimensione internazionale e generalista della nostra Università e per lo sviluppo di istituti di ricerca avanzata, ci richiamano a coltivare rapporti di collaborazione nel rispetto delle autonomie, delle vocazioni e dei ruoli» conclude de Pretis.

MOTIVAZIONE della laurea honoris causa in Giurisprudenza a monsignor Rogger
«Per l'operosa attività di studio e ricerca che lo ha reso figura emblematica della storia di questa terra di confine quale territorio intrinsecamente europeo, riconoscendo il suo ininterrotto contributo personale e la sua appassionata dedizione di studio e di azione per la promozione e la pratica del dialogo con tutte le componenti culturali e istituzionali del contesto storico di riferimento e per la capacità di trasferire, nella sua preziosa azione al servizio della comunità, la ricchezza delle sue nobili motivazioni ideali e religiose».

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