Andreatta su Italcementi «Progetto da ripensare»

«Quella che per noi è la vera priorità è la riqualificazione dell'area ex Italcementi, non lo spostamento delle scuole». Il sindaco Alessandro Andreatta non smentisce Mauro Gilmozzi e la giunta provinciale, ma corregge il tiro rispetto alle dichiarazioni fatte in consiglio dall'assessore. E riapre di fatto la partita su Piedicastello facendo presente che con la rinuncia, annunciata da Rossi, alla parte dedicata alla ricerca e allo sviluppo tecnologico si toglie un pezzo basilare al progetto, che a questo punto deve essere ripensato

italcementi piedicastello«Quella che per noi è la vera priorità è la riqualificazione dell'area ex Italcementi, non lo spostamento delle scuole». Il sindaco Alessandro Andreatta non smentisce Mauro Gilmozzi e la giunta provinciale, ma corregge il tiro rispetto alle dichiarazioni fatte in consiglio dall'assessore. E riapre di fatto la partita su Piedicastello facendo presente che con la rinuncia, annunciata da Rossi, alla parte dedicata alla ricerca e allo sviluppo tecnologico si toglie un pezzo basilare al progetto, che a questo punto deve essere ripensato.
Gilmozzi martedì, intervenendo su una mozione che chiedeva di bloccare lo spostamento a Piedicastello di Iti Buonarroti e Istituto per Geometri, aveva risposto che il trasloco degli studenti «è una priorità del Comune». Una sintesi che stride con la realtà storica perché la verità, confermata da Andreatta, è che lo spostamento delle scuole dal polo di via Barbacovi e via Brigata Acqui in destra Adige era idea lanciata e sostenuta dall'ex governatore Lorenzo Dellai. Il sindaco inizialmente era contrario, poi aveva siglato un compromesso, ottenendo di mantenere in via Brigata Acqui almeno il Tambosi.
«Ho sostenuto con forza quella mediazione - spiega Andreatta - e credo che ne sia venuto fuori un progetto importante. Le scuole portano giovani e avrebbero dovuto essere impermeabili anche a un utilizzo da parte della comunità. Poi era previsto qualche negozio di vicinato e qualche presenza aggiuntiva di residenza. Infine la Provincia aveva portato l'idea di realizzare attività di ricerca e di sviluppo tecnologico, pensando alla scuola che dialoga con il mondo del lavoro». Questo era il progetto sposato dall'amministrazione comunale, per quanto non ancora approvato da commissione urbanistica e consiglio comunale. Ora però che Rossi ha annunciato di volerne far saltare un pezzo, rinunciando a spostare Informatica Trentina e fare il polo della ricerca, per il sindaco va rivisto tutto. «Non basta togliere un pezzo - ribadisce - ma bisogna riflettere sulla proposta complessiva. Con la Provincia faremo degli incontri di approfondimento. Non lo dico, sia chiaro, in polemica ma in coerenza con ciò che abbiamo sempre sostenuto. Vogliamo trovare una soluzione che sia completa, equilibrata e convincente e poi esporla ai cittadini. Che non possono farsi l'idea che si stia giocando. La nostra priorità vera è riqualificare il quartiere e collegare ex Italcementi e Motorizzazione, in tutto sette ettari e mezzo cioè una fetta importante di città, con la zona della piazza e della chiesa di Sant'Apollinare che sta per essere sistemata».
La linea del sindaco è quella della giunta comunale e il suo vice, Paolo Biasioli, assessore all'urbanistica, ribadisce gli stessi concetti. Aggiungendo e ricordando l'idea di fare un parcheggio a due piani, per 1.500 posti, nella parte più a sud del comparto collegandolo con la città attraverso una passerella in asse con via Verdi.
A proposito di priorità e scelte Paolo Castelli, assessore comunale all'istruzione, ricorda che la competenza sulle scuole superiori non è di palazzo Thun ma della Provincia. «Noi non siamo nelle condizioni di sapere se devono essere spostate. Posso solo rilevare che quando si era pensato di spostarle l'ente pubblico, in un contesto socio economico diverso da oggi, pensava di poter realizzare molto con la vendita delle aree scolastiche di via Barbacovi. Oggi quelle certezze non ci sono più e se la Provincia ritenesse di cambiare strategia noi siamo pronti a ragionare».

comments powered by Disqus