Robol: «Serve un Pd più autonomo da Roma»

Giulia Robol è pronta a partecipare alla sfida delle primarie che sceglieranno il nuovo segretario del Pd del Trentino e lo fa, spiega lei: «Molto volentieri e con tanta voglia di esserci perché i ruoli politici mi sono sempre piaciuti». Assessore comunale a Rovereto, già coordinatrice della Margherita della città, è architetto e mamma, con una grande passione per la politica e un entusiasmo che è ripreso anche grazie all'arrivo di Matteo Renzi, che lei ha sostenuto, alla segreteria Chi alla guida del Pd Trentino?

di Luisa Maria Patruno

Giulia Robol è pronta a partecipare alla sfida delle primarie che sceglieranno il nuovo segretario del Pd del Trentino e lo fa, spiega lei: «Molto volentieri e con tanta voglia di esserci perché i ruoli politici mi sono sempre piaciuti». Assessore comunale a Rovereto, già coordinatrice della Margherita della città, è architetto e mamma, con una grande passione per la politica e un entusiasmo che è ripreso anche grazie all'arrivo di Matteo Renzi, che lei ha sostenuto, alla segreteria.
 

Assessore Robol, cosa l'ha spinta a prendere in considerazione l'idea di diventare segretaria del Pd trentino?
La candidatura è nata un po' per caso, dalle sollecitazioni che ho ricevuto e da una riflessione personale. Mi rendo conto che ora il quadro è molto frastagliato, con persone della mia generazione che sono pronte a mettersi a disposizione per prendere in mano il partito. Questo è molto positivo, ma si è creata una situazione di stallo e, come si augura anche il segretario Nicoletti, mi piacerebbe che ci fosse la possibilità di confrontarsi su 2-3 punti fondamentali e capire se riusciamo a semplificare, per non ritrovarci nella situazione delle primarie del 2009, con un candidato per ogni area. Non fu una bella pagina del Pd. Al di là delle ambizioni personali, che abbiamo tutti, dobbiamo capire se ci sono elementi comuni sul progetto politico.
 

Quali sono i punti del suo progetto politico?
Sul piano politico: l'autonomia. Credo che il Pd del Trentino dovrebbe discutere della sua autonomia rispetto al Pd nazionale. Io sono sempre stata convinta, fin da quando se ne parlava nella Margherita, che noi in Trentino possiamo essere laboratorio politico e abbiamo una sensibilità diversa rispetto al Pd nazionale. Se questo si dovrà tradurre in un modello federativo o confederativo discutiamone. Poi ritengo che il Pd debba riuscire a esprimere un progetto politico forte e un'agenda per la Provincia per rappresentare al meglio il suo ruolo di governo in questa fase in cui è finita l'era Dellai. Dobbiamo esserci su temi come la riforma istituzionale, facendo anche autocritica, senza chiudersi in se stessi ma aprendoci al contributo degli amministratori.
 

Lei è assessore a Rovereto. Il sindaco Miorandi l'ha incoraggiata? E pensa di riuscire a fare l'assessore e la segretaria di partito?
Sì, il sindaco è tra le persone contente della mia candidatura. E se Renzi riesce a fare il sindaco di Firenze e il segretario nazionale, penso che potrei riuscire a organizzarmi anch'io.
 

Lei ha sostenuto la candidatura di Renzi, ma c'è un'altra «renziana», Elisa Filippi, che non ha fatto mistero di aspirare alla segreteria provinciale. Che differenza c'è tra lei e Filippi?
Di Elisa ho un'opinione molto positiva e le si deve dare atto di aver lavorato moltissimo per le primarie. L'unica cosa è che penso che il suo punto di forza sia proprio il collegamento con il livello nazionale, che è molto importante in una squadra, ma le sfide che dovrà affrontare il nuovo segretario del Pd del Trentino dei prossimi 4 anni sono soprattutto provinciali: penso al governo della Provincia, alle prossime elezioni comunali; e questo richiede di conoscere il territorio e anche di aver vissuto certe dinamiche locali dal di dentro. Io penso di avere una certa esperienza.
 

Renzi farà cadere Letta?
Letta ha un profilo istituzionale di alto livello, ma si trova con un'alleanza non facile, anche se io non la demonizzo. Penso che il nuovo binomio Letta al governo e Renzi segretario che detta l'agenda possa portare a realizzare alcune riforme importanti, tra cui la legge elettorale, e prima o poi di andare al voto con Renzi candidato premier.

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