«Offese alla Kyenge? Licenziamento ingiusto»

«O licenziamo tutti i dipendenti pubblici che offendono i politici su Facebook o non mandiamo a casa nessuno». Parola di Claudio Civettini. E ancora: «Non voglio fare il difensore di Serafini, non mi interessa il suo caso in particolare e la sua è stata certamente una forma di critica impropria, ma in termini di principio la vicenda è assurda. Se andassimo a spulciare i profili Facebook di tutti i dipendenti pubblici credo troveremmo decine di offese a, giusto per fare due nomi, Berlusconi e Fornero»

Solidarietà a Paolo Serafini, l'autista di autobus e consigliere della Circoscrizione san Giuseppe - Santa Chiara che su Facebook nel luglio scorso, rivolgendosi al ministro Cecile Kyenge, la invitava a tornare nella giungla : un invito, con tanto di foto di scimmie accanto, che gli costò il posto di lavoro a Trentino Trasporti. Il caso era finito anche sulle pagine della stampa nazionale. A Trento a esprimergli solidarietà è il consigliere provinciale della Lega Nord Claudio Civettini, che sul caso del licenziamento dell'autista ha presentato un'interrogazione: «O licenziamo tutti i dipendenti pubblici che offendono i politici su Facebook o non mandiamo a casa nessuno». E ancora: «Non voglio fare il difensore di Serafini, non mi interessa il suo caso in particolare e la sua è stata certamente una forma di critica impropria, ma in termini di principio la vicenda è assurda. Se andassimo a spulciare i profili Facebook di tutti i dipendenti pubblici credo troveremmo decine di offese a, giusto per fare due nomi, Berlusconi e Fornero».
Civettini dice di non avere fatto ricerche sui profili del personale di Provincia, Comuni o Stato. «Non sono un poliziotto e non è compito mio cercare, ma sicuramente ce ne sono state e ce ne saranno. Nel caso di Serafini la Trentino Trasporti ha addirittura anticipato la magistratura e la politica trentina, nel silenzio dei sindacati, ha voluto condannare un nostro cittadino per un ipotetico reato di opinione. Una situazione inaccettabile, che ha dato vita a una tragedia umana che non possiamo far passare in secondo piano».

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