«Agenzia e leva fiscale strategiche»

La delega sull'Agenzia delle entrate e la competenza sui tributi locali saranno armi strategiche per garantire e sostenere la crescita in Trentino. Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, lo ha sostenuto nel suo intervento programmatico di legislatura, nell'aula del consiglio provinciale che ieri si è riunito per la prima volta nella nuova legislatura. E da Roma, proprio su quel fronte, erano arrivate buone notizie: il consiglio dei ministri ha infatti approvato l'emendamento alla legge finanziaria concordato con le Province di Trento e Bolzano relativo ai rapporti finanziari con lo Stato

di Luisa Maria Patruno

Il futuro del Trentino e della sua autonomia speciale, pensando ai giovani, è stato al centro dell'intervento programmatico di legislatura, che il nuovo presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha letto ieri nella prima seduta del consiglio provinciale.
E le parole del governatore trentino si sono intrecciate, in una felice coincidenza, alle buone notizie che arrivavano da Roma, dopo giorni travagliati, sull'approvazione da parte del consiglio dei ministri, avvenuta ieri, dell'emendamento alla legge finanziaria concordato con le Province di Trento e Bolzano relativo ai rapporti finanziari con lo Stato.
L'emendamento se resisterà fino al termine dell'iter di approvazione della legge di stabilità da parte di Senato e Camera, ma se così fosse per la Provincia si apre per la prima volta la possibilità di gestire la leva fiscale, con la competenza sui tributi locali (compresi quelli comunali istituiti con legge statale), e di assumere la delega sull'Agenzia delle entrate.
Queste cose ieri mattina Ugo Rossi le ha sottolineate in consiglio provinciale spiegando: «Sui tributi locali vi è una significativa rivalutazione della competenza che affida alla legislazione provinciale la disciplina non solo dei tributi istituiti dalla Provincia, ma pure dei tributi locali comunali di natura immobiliare istituiti dallo Stato (quali Imu e nuovi tributi sostitutivi previsti dalla legge di stabilità), consentendo politiche autonome provinciali di armonizzazione, di integrazione ed agevolazione raccordate alle specifiche esigenze del territorio e agli interventi finanziari della Provincia a sostegno degli enti locali».
Il presidente Rossi ha definito inoltre «strategiche per le prospettive di crescita e sviluppo del sistema provinciale le nuove deleghe che consentiranno il trasferimento alla Provincia delle funzioni delle Agenzie fiscali, di quelle amministrative ed organizzative riguardanti la giustizia penale, civile e minorile, con la ovvia esclusione del personale della magistratura, nonché quelle riferite al Parco nazionale dello Stelvio».
In particolare il governatore ha rilevato che poiché «le politiche fiscali e della giustizia sono unanimemente riconosciute quali fattori importanti e decisivi per la competitività, l'attrattività e la crescita, le nuove competenze affidate alla responsabilità della Provincia, unitamente ai nuovi poteri fiscali attribuiti con l'Accordo di Milano e alla competenza piena sui tributi comunali, consentiranno al governo provinciale di impostare nuove e importanti strategie per lo sviluppo del Trentino»
Ma se questi sono gli aspetti positivi, restano i punti dolenti rappresentati dalle richieste dello Stato per il concorso al risanamento dei conti pubblici il cui conto totale rimane quello previsto dalla legge di stabilità uscita dal governo per il periodo 2014-2017.
Per il medio termine, cioè dal 2018 in poi, anno in cui, per altro, termina il trasferimento degli arretrati che lo Stato versa alla Provincia, ha detto Rossi «continueremo a lavorare alla formulazione di una nuova intesa che dovrà stabilire le modalità e l'ammontare del nostro concorso al risanamento dei conti dello Stato, secondo uno schema che avrà come fulcro il meccanismo del residuo fiscale, che punta ad introdurre criteri di equità e di oggettività nella fissazione del concorso annuo, che va sottratta alla mera discrezionalità adottata dal governo nelle ultime manovre».
E lasciandosi andare a parole più forti in difesa dell'autonomia speciale, Rossi ha detto all'aula: «L'Autonomia trentina non è una voce da cassare, una vittima da immorale sull'altare del risanamento dei conti pubblici, svilendo a suon di calcolatrice, storie, risultati, passioni e aspettative. L'Autonomia è lo spirito di questo nostro popolo, lo spirito con cui dobbiamo affrontare gli anni impegnativi che ci si prospettano».

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