Sorpresa Daldoss: «Non ci pensavo»

Carlo Daldoss è un assessore tecnico atipico. Non è un grande architetto urbanista, non un medico destinato alla sanità, neanche un costituzionalista incaricato di riformare lo Statuto di autonomia. La chiamata di Rossi la deve alla grande esperienza amministrativa, maturata in vent'anni da sindaco di VermiglioI tuoi commenti

di Franco Gottardi

DALDOSSTRENTO - Carlo Daldoss è un assessore tecnico atipico. Non è un grande architetto urbanista, non un medico destinato alla sanità, neanche un costituzionalista incaricato di riformare lo Statuto di autonomia. La chiamata di Rossi la deve alla grande esperienza amministrativa, maturata in vent'anni da sindaco di Vermiglio.
Si aspettava questa chiamata, Daldoss?
No, non pensavo certo che Rossi venisse a chiamare me! È stata una enorme sorpresa.
Quando le è arrivata la proposta?
Pochissimi giorni fa. E ho detto subito sì. Sono uno abbastanza pragmatico e vivo le cose più di cuore che di testa. Il cuore ha detto sì.
Lei sarà assessore alla Coesione territoriale, cos'è e come si ottiene?
Diciamo che è l'idea di riuscire, in questo Trentino che comunque andrà incontro a momenti di difficoltà, a mettere in rete i Comuni con le Comunità, la Provincia, gli enti locali ma anche con le associazioni, affinché si riesca a mantenere salda una rete sul territorio che funga da anello di inclusione di tutti, dai soggetti più forti ai più deboli. Se si è coesi e si riuscirà a fare scelte coraggiose si avrà anche la possibilità di attraversare questo particolare momento storico senza grandi problemi.
Tutti concordano sulla necessità di una riforma delle Comunità di valle. Qual è la sua idea in proposito?
Su un tema così delicato sarà la coalizione a doversi esprimere. Io sono un assessore tecnico e questa è una decisione molto politica.
Concorda comunque sul fatto che le Comunità non funzionano ancora come dovrebbero?
Si paga probabilmente un po' anche lo scotto di un inizio. Ma credo che questo faccia parte della novità e che non ci siano particolari problemi.
C'è chi pensa che sarebbe stato meglio ridurre il numero dei Comuni favorendo le aggregazioni. Secondo lei sono da incoraggiare gli accorpamenti?
Credo che le due cose non siano in antitesi. Si può proseguire su una strada ma nulla vieta che si vada avanti anche sull'altra.
Tra le competenze delle Comunità c'è anche l'urbanistica. Non è un caso che proprio l'urbanistica sia tra le cose di cui dovrà occuparsi da assessore?
Le Comunità dovranno essere protagoniste nella programmazione del territorio, visto che la Provincia la sua grande parte l'ha fatta con la revisione del Pup. Poi c'è un altro settore in cui bisognerà intervenire che è la semplificazione normativa. Bisogna riuscire a semplificare i processi senza mettere in discussione garanzie di tipo ambientale e naturalistico, che sono i nostri jolly, credo sia da fare.
Dunque rendere più semplice la normativa e snellire i permessi?
L'impegno è semplificare la vita dei cittadini, ma questo passa da un fortissimo coinvolgimento del consiglio provinciale. Le leggi si fanno lì. E poi dal coinvolgimento di tutti. Bisognerà andare in giro e convincere la gente della bontà delle scelte che si vogliono fare.
Altra competenza è l'edilizia abitativa. Nella scorsa legislatura la giunta ha dato uno stop alla proliferazione delle seconde case, cosa che anche nella sua Val di Sole aveva sollevato ampie discussioni. Lei cosa ne pensa?
Che il territorio sia un bene non riproducibile ed esauribile ormai lo riconoscono tutti e merito della legge Gilmozzi è stato anche quello di far riflettere su questa necessità.

 

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