La politica italiana, orrenda telenovela

Nel grigiore meteorologico, culturale e politico che ci intristisce, uno spiraglio di interesse viene dalla soap opera che ha degnamente sostituito le puntate di Beautiful. Che altro può esserci di meglio, infatti, che assistere al racconto di una storia avvincente piena di colpi di scena, imprevedibile, dove tutti gli attori sanno calarsi nel personaggio senza sbagliare mai battuta. Qualcuno però comincia a stufarsi, la storia la conosce già, è da vent'anni che trasmettono sempre quellaI tuoi commenti 

di Sandra Tafner - NO

grilloNel grigiore meteorologico, culturale e politico che ci intristisce, uno spiraglio di interesse viene dalla soap opera che ha degnamente sostituito le puntate di Beautiful. Che altro può esserci di meglio, infatti, che assistere al racconto di una storia avvincente piena di colpi di scena, imprevedibile, dove tutti gli attori sanno calarsi nel personaggio senza sbagliare mai battuta. Chè se la sbagliano lo fanno apposta.


Il prim'attore, Silvio, riveste molti ruoli, quello della vittima o del padrone assoluto, dell'uomo di mondo o del casalingo frustrato. I suoi inviti a palazzo Grazioli vedono muoversi bravissimi figuranti, la faccia tosta di Verdini, il finto tonto Capezzone, il cavalier servente Bondi, il ringhioso Brunetta, il disorientato Alfano. Un buon lavoro d'insieme, a parte qualche eccesso della regia che vuole una Santanchè sopra le righe.


Il popolo aspetta con trepidazione, vuole conoscere il seguito, spera che non si interrompano le puntate e negli ultimi giorni non è andato deluso. Il protagonista infatti - smessi i panni del viveur dedito alle cene eleganti in quel di Arcore - ha intonato una languida melodia sulla famiglia, la fidanzato che lo ama, il cagnolino che lo adora, i figli tutti uniti che chiedono la grazia per il padre perseguitato dalla giustizia. Così almeno annuncia l'amico fraterno Dell'Utri, il quale però smentisce subito dopo essersi accorto che la notte di Hallowen è già passata ed è ormai tardi per dire giulivo «dolcetto o scherzetto» suonando alle porte. Perseguitati del resto sono gli stessi figli, esattamente come lo furono gli ebrei da parte dei nazisti. Si alzano i toni, l'impressione è che si stia preparando il gran finale.


Sul palcoscenico italiano altre recite intanto cercano di contrastare il successo della saga. C'è un sindaco che già sa di essere il vincitore ancor prima di aver cominciato a giocare, linguaggio fluente e occhi furbi, sempre in gentile polemica con i compagni che a volte, distratti dalle beghe interne, sottovalutano le sue spallate. Matteo qualche volta per lasciar spazio anche agli altri diserta le scene ed è sostituito dal suo clone Maurizio Crozza. Il pubblico sa che prima o poi qualcosa dovrà succedere, perché è finito il tempo in cui non succedeva niente, con il pericolo di far uscire la commedia dal cartellone.


E che dire del nuovo cabaret, attori che non sanno muoversi e recitare, ma pronti agli ordini del capocomico Beppe che li fa muovere tirando i fili in un'ottima interpretazione del vecchio teatro dei burattini. Gli spettatori sono pronti ad applaudire quando gli urli forsennati e il rotear di occhi della maschera genovese fanno ricordare le gesta di Capitan Fracassa. In fondo sanno che tanto sconquasso è soltanto per finta e sperano solo che non si faccia male nessuno.


Italiani brava gente. Cala il sipario e mentre si pregusta la prossima puntata la gente torna al lavoro che spesso, sempre più spesso, non c'è più. Raschia sconsolata il portafoglio per mettere insieme il pranzo con la cena che, anche se non sarà elegante, contribuirà almeno a far sedere intorno a un tavolo la famiglia con i figli ormai diventati grandi che non si decidono ad andar via perché non sanno dove andare e cosa fare. Parlano, discutono e commentano gli spettacoli. Qualcuno però comincia a stufarsi, la storia la conosce già, è da vent'anni che trasmettono sempre quella. C'è voglia di una storia nuova, di aria nuova, di personaggi nuovi. Personaggi che scendano dal palco per stare fra la gente, che ascoltino e capiscano e facciano quel che devono fare. Beautiful ha da finire, non incanta più.

 

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