Albere, le barriere antirumore fanno infuriare via Lavisotto

Hanno atteso per anni, hanno sopportato a fatica le lungaggini della politica, ascoltato promesse, visto aprirsi qualche spiraglio seguito da silenzi imbarazzati. Gli abitanti di via Lavisotto, esasperati dal rumore e dalle vibrazioni della ferrovia, ora però si sentono offesi e considerati, come dicono loro, «cittadini di serie Z». A riaccendere moti di indignazione nei componenti del comitato, che da anni si batte perchè si faccia qualcosa per attutire il rumore di 150 convogli in transito ogni giorno, è stata la notizia che alle Albere le barriere le stanno già facendo

di Franco Gottardi

Hanno atteso per anni, hanno sopportato a fatica le lungaggini della politica, ascoltato promesse, visto aprirsi qualche spiraglio seguito da silenzi imbarazzati. Gli abitanti di via Lavisotto, esasperati dal rumore e dalle vibrazioni della ferrovia, ora però si sentono offesi e considerati, come dicono loro, «cittadini di serie Z». A riaccendere moti di indignazione nei componenti del comitato, che da anni si batte perchè si faccia qualcosa per attutire il rumore di 150 convogli in transito ogni giorno, è stata la notizia e la vista della recente apertura di un cantiere lungo la massicciata ad ovest della ferrovia nella zona del sottopasso di via Monte Baldo.

 


I lavori sono commissionati da Rete Ferroviaria Italiana e fanno parte del pacchetto di barriere progettate tra Mattarello e la stazione centrale. Per il momento si stanno predisponendo le installazioni nel tratto di fronte alla stazione elettrica della stessa Rfi ma poi le barriere proseguiranno anche più a nord, interessando almeno in parte il nuovo quartiere delle Albere. Ed è proprio la premura e l'attenzione riservata all'insediamento progettato da Renzo Piano a far infuriare i membri del comitato di via Lavisotto. «Ci prendono in giro  protesta  Emanuela Varisco  - e francamente non capisco questa ostinazione contro di noi. Se la ragione del ritardo sono i progetti faraonici come l'interramento della ferrovia, ora finiti nel cassetto, non capisco cosa ci voglia a raddrizzare il tiro e darci quello che ci era stato promesso già nel 2005».  Fabio Cunego  si dice pronto ad andare a protestare in Provincia: «Devono spiegarci perché ci hanno bypassato un'altra volta».
La Provincia in realtà formalmente è ente che co-finanzia le barriere, per spingere Rfi a investire nel settore e proteggere i centri abitati. Proprio in tale veste ha comunque voce in capitolo anche nella scelta delle priorità ed è per questo che gli abitanti di via Lavisotto si rivolgono agli uffici di piazza Dante.
Del disagio e delle proteste della zona di Cristo Re si fa portavoce  Claudio Cia , consigliere comunale della Civica per Trento, che ha presentato un'interrogazione in Comune nella quale ironizza per la precedenza accordata al quartiere delle Albere. «I lavori - scrive nel documento - arriveranno a breve nientemeno che nel quartiere inanimato, dove si trovano gli animali impagliati del Muse, i 250 appartamenti invenduti e la nuova sede dell'Isa ancora disabitata: non mi risulta che ci siano state proteste per i rumori provenienti dalla ferrovia. Eppure il quartiere di lusso pare che non dovrà attendere decenni per ripararsi dai rumori irritanti dei convogli che sfrecciano lungo i binari. Al contrario non sarà così per gli abitanti di via Lavisotto che dovranno ancora protestare, attendere e sperare in un atto di giustizia che mai arriva.»
Palazzo Thun non è quello che decide nella partita delle barriere, ma una qualche voce in capitolo nei confronti di Rfi e Provincia ce l'ha. Cia chiede perciò al sindaco come intenda muoversi per dare un segnale di attenzione agli abitanti di via Lavisotto e se non ritenga «doveroso e urgente intervenire affinché in tempi celeri vengano adottati i necessari provvedimenti che permettano il ripristino di un'accettabile condizione di vivibilità, attualmente non garantita». Chiede inoltre se non ritenga discriminatorio il fatto che, mentre si stanno approntando interventi contro il rumore a beneficio di un quartiere di recente costruzione e praticamente privo di abitanti, ai cittadini di via Lavisotto che da alcuni decenni stanno chiedendo e attendendo invano interventi a tutela della loro salute, sia negata una soluzione che risponda alle loro attese.»

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