Tutti contro il Cso Bruno «Pronte azioni legali»

«Valuteremo assieme ai cittadini se ci sono gli estremi per un ricorso amministrativo, sulla modalità utilizzate da Patrimonio del Trentino spa nel dare l'edificio di Piedicastello al Centro sociale Bruno». Dopo l'annuncio ufficiale dell'arrivo del Centro sociale nella palazzina di via Brescia 31/33, mercoledì mattina a scendere in campo per criticare la decisione assunta sono stati Franca Penasa, Giacomo Bezzi, Claudia Povoli e Claudio Villotti. Contro il Bruno (ovviamente) anche Casa Pound, che invia un comunicato

di Giuseppe Fin

«Valuteremo assieme ai cittadini se ci sono gli estremi per un ricorso amministrativo, sulla modalità utilizzate da Patrimonio del Trentino spa nel dare l'edificio di Piedicastello al Centro sociale Bruno».
Dopo l'annuncio ufficiale dell'arrivo del Centro sociale nella palazzina di via Brescia 31/33, mercoledì mattina a scendere in campo per criticare la decisione assunta sono stati la consigliera provinciale Franca Penasa assieme ai rappresentanti di Forza Italia Giacomo Bezzi e Claudia Povoli e al consigliere comunale Claudio Villotti.
Al momento è iniziata una raccolta firme per cercare di creare un coordinamento di residenti mentre, tra qualche giorno, terminata la pausa di Ferragosto, si intraprenderà anche la strada legale con la consulenza di un avvocato.
«Non si è mai sentito che due soggetti privati decidano da soli di cambiare la destinazione d'uso di un immobile», spiega la consigliera provinciale Franca Penasa: «Questa palazzina al momento non è indicata come luogo per fare concerti, mercatini agricoli o altre iniziative che lo stesso Bruno ha già pensato di fare. Vorremmo capire come l'amministrazione pensa di procedere visto che anche i parcheggi non sono adeguati. Potremmo essere davanti ad un illecito amministrativo e i cittadini hanno il diritto di sapere».
L'edificio che andrà ad ospitare il Centro sociale Bruno, sembra essere ancora oggi il rifugio notturno di diversi immigrati tanto che, su segnalazione della questura di Trento, la prossima settimana verranno murate alcune finestre. Proprio ieri mattina, intanto, a portare ulteriori malumori tra i residenti è stato l'arrivo di due grossi container e la comparsa, sui muri della vecchia palazzina, di alcuni fogli di carta con la scritta «Si prega di non parcheggiare causa lavori». Segnali interpretati dai cittadini come un imminente inizio di ristrutturazione dello stabile.
La situazione ha portato la stessa consigliera provinciale Penasa a richiedere l'intervento degli ispettori dell'Uopsal (Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) affinché venga verificata la sicurezza del cantiere vista la mancanza di qualsiasi rete di protezione.
«Il metodo che qui è stato utilizzato per dare questo edificio al Centro sociale - ha spiegato l'ex parlamentare Giacomo Bezzi - è sbagliato. I cittadini non sono stati minimamente coinvolti e nemmeno i timori da loro espressi sono stati raccolti».
Già ieri al gazebo per la raccolta firme contro l'arrivo del Bruno, si sono precipitati diversi residenti di Piedicastello. La paura per molti è lo «stravolgimento del quartiere e la fine della tranquillità». «Questo edificio che ora vogliono dare al Centro sociale - ci dice Renata Rigotti - dieci anni fa era la casa di alcune famiglie che sono state poi fatte andar via con l'avviso che la struttura sarebbe stata abbattuta. Ora invece la danno al Bruno».
Ad intervenire, infine, è stato anche il consigliere comunale Claudio Villotti che ha sottolineato come fino oggi «in Comune non sia arrivata nessuna variante urbanistica e tanto meno di cambio di destinazione d'uso per l'edificio. Se questi sono i progetti dovranno far sapere qualcosa anche al consiglio comunale».

 

IL COMUNICATO DI CASAPOUND

 

È ormai di dominio pubblico il trasferimento del Centro Sociale Bruno a Piedicastello, dopo che la provincia ha provveduto con grande tempismo a regalare loro una nuova sede.

"Esprimiamo il più totale sdegno verso questa decisione - commenta CasaPound Trentino in una nota - e non possiamo che esprimere solidarietà alle altre associazioni di volontariato che sicuramente meriterebbero più di loro le attenzioni tanto amorevoli concesse della Provincia Autonoma di Trento. Fa quasi sorridere, se non fosse grottesca, la sollecitudine delle istituzioni, in questo caso la sopra citata Provincia, nell'occuparsi della destinazione di un Centro Sociale che si descrive come occupato, ma al quale sono stati concessi svariati spazi nel corso di questi anni, tutti rigorosamente in maniera gratuita.

Non è la prima volta che si assiste a capitoli di questa che potremo definire una vera e propria storia d'amore tra il Centro Bruno e le istituzioni e tra gli avvenimenti ricordiamo infatti un incarico concesso dalla Provincia ad uno degli ex leader storici del Bruno, F.Z., retribuito con 46 mila euro all'anno.

Fa molto riflettere il fatto che le istituzioni nostrane da una parte totalmente incapaci di dare risposte concrete ai cittadini su temi come disoccupazione giovanile, crisi economica (che anche nella nostra benestante provincia affligge i piccoli imprenditori), degrado e criminalità dilaganti nella città di Trento, dall'altra siano così generose con certe categorie che alle elezioni sanno sempre che simbolo barrare. Per ultimo, ma non certo per ordine di importanza, andrebbe anche affrontato il parere dei residenti di Piedicastello, dichiaratisi da subito radicalmente contrari alla presenza di questo Centro Sociale, la cui opinione è stata calpestata con la solita arroganza istituzionale in nome di un rapporto clientelare che sembra non avere fine. Evidentemente - conclude la nota CasaPound Trentino - ci sono cittadini di serie A e di serie B e la Provincia Autonoma di Trento preferisce fare gli interessi di un gruppuscolo di ragazzi viziati che sotto le spoglie di un centro di aggregazione hanno sempre operato come un'attività commerciale".

Casapound Italia Trentino

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