Importante è avere liste forti

«Non entro nel merito delle scelte dei partiti della coalizione sui candidati che vogliono mettere in lista, nemmeno del Patt che è il mio partito, a meno che non propongano una persona incompatibile con il nostro progetto politico». Olivi: «Dellai candidato? Non è un buon segno». Gilmozzi: «E' lui il primo ad escluderlo»

di Luisa Maria Patruno

Ugo RossiTRENTO - Dell'ipotesi di una candidatura dell'ex governatore Lorenzo Dellai alla testa della lista dell'Upt alle elezioni provinciali di ottobre, per fare da traino al simbolo del partito di cui è fondatore e leader, si discute nell'Unione ma anche nella coalizione di centrosinistra, dove le posizioni, sull'opportunità o meno di un ritorno in campo del presidente della Provincia oggi capogruppo di Scelta Civica alla Camera, sono diverse.
Il candidato presidente del centrosinistra Ugo Rossi è il più possibilista anche se precisa in premessa: «Non entro nel merito delle scelte dei partiti della coalizione sui candidati che vogliono mettere in lista, nemmeno del Patt che è il mio partito, a meno che non propongano una persona incompatibile con il nostro progetto politico». Detto questo, è chiaro che per Rossi l'obiettivo è quello di vincere le elezioni e per farlo ha bisogno di una coalizione che riesca a presentarsi con liste forti e competitive. Dunque, prima di «buttare via» l'ipotesi di una ridiscesa in campo di una macchina da voti come il tre volte eletto presidente della Provincia nonché simbolo dell'Upt è meglio pensarci, anche se questa soluzione - sempre che il diretto interessato alla fine dovesse accettare di mettersi in pista in prima persona - ha delle controindicazioni.
Dice Rossi: «Per me l'importante è che vengano presentate liste più forti possibili. Dellai ha un ruolo fondamentale anche dove si trova oggi a Roma nel tenere i rapporti con lo Stato e lo abbiamo visto nell'occasione dell'incontro con il premier Enrico Letta e non so quali siano le sue intenzioni. È chiaro che la sua presenza valorizzerebbe la lista e il risultato ma, ripeto, non entro nel merito delle scelte dell'Upt».
Chi invece dice chiaramente che ritiene che Dellai faccia meglio a non candidarsi alle elezioni provinciali è l'assessore all'industria del Pd, Alessandro Olivi che dichiara: «Se Dellai si candidasse non sarebbe un segnale positivo né per l'Upt né per la coalizione, ma di debolezza. Noi nei prossimi 5 anni dobbiamo costruire una coalizione che pur con qualche fragilità e qualche rischio sappia non cancellare ma andare oltre il dellaismo. È ovvio - aggiunge Olivi, che è anche coordinatore del Pd per il programma e la campagna elettorale, - che un'eventuale presenza di Dellai con tutto il suo carisma personale sarebbe assorbente del dibattito in campagna elettorale e anche del dibattito interno dell'Upt per il rinnovamento del partito. Secondo me - conclude Olivi - è necessario lavorare dopo le elezioni per un progetto federativo tra Pd, Upt e Patt in quello che viene chiamato partito territoriale. Dellai potrebbe avere un ruolo politico importante per favorire questo processo come collante della coalizione invece di candidarsi ora per una parte».
L'assessore provinciale agli enti locali e lavori pubblici Mauro Gilmozzi , nome di punta dell'Upt, esclude però, dopo avere parlato con lui in questi giorni in vacanza in Slovenia, che l'ex governatore possa decidere davvero di cedere alle pressioni di una parte dell'Upt che lo vorrebbe schierato alla guida della lista.
«Il primo a escluderlo è stato lui - dichiara Gilmozzi - precisando che il suo impegno è oggi a livello nazionale ed è importante la sua presenza a Roma. E io condivido queste sue motivazioni». Il capogruppo dell'Upt, Giorgio Lunelli ritiene che una scelta di questo tipo potrebbe «non essere capita» sia che Dellai si candidi solo per trainare la lista, dimettendosi subito dopo per restare a Roma, sia che decidesse di lasciare il Parlamento per restare in Trentino.

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